4 Marzo 2024
Coldiretti Piemonte – maltempo: serve piano invasi per evitare dispersione risorse idriche

Urgente un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione dell’acqua

 Il livello del fiume Po si è alzato di due metri nelle ultime 24 ore all’idrometro di Crescentino Po, nel Torinese, sotto la spinta della nuova ondata di maltempo che ha colpito la Penisola dopo un inizio d’anno di caldo e siccità. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nella mattina del 4 marzo sui primi effetti del Ciclone Fedra che ha portato forte maltempo in Piemonte.

“Siamo di fronte – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che colpiscono un territorio come quello italiano reso più fragile della cementificazione e dal consumo di suolo, che aggravano sempre di più gli effetti delle perturbazioni sul tessuto produttivo, a partire dall’agricoltura, quello più esposto ai cambiamenti climatici. L’Italia riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale: uno spreco inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Per questo Coldiretti ha elaborato con ANBI il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’agricoltura e all’industria. Le precipitazioni degli ultimi giorni in Piemonte non sono di certo risolutive di una crisi idrica che va avanti ormai da anni anche perché, al netto dell’acqua rimasta sottoforma di neve in alta montagna e di quella assorbita dal terreno che è andata a rimpinguare le falde, buona parte della pioggia è finita nei fiumi e dunque “transitata” verso il mare senza che si sia potuto immagazzinarla in vista dei prossimi mesi. Per questo è improrogabile la realizzazione di una rete diffusa, quindi a basso impatto ambientale, di infrastrutture multifunzionali di trattenuta e accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le sempre più preziose riserve idriche, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio in termini di prevenzione dai danni alluvionali. Ribadiamo, quindi che, ancora più in questo scenario, serve un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione idrica ed è necessario, attraverso un’attenta pianificazione, mettere in atto interventi strutturali per efficientare ed incrementare la capacità complessiva di stoccaggio delle risorse idriche, attraverso l’impiego di fondi strutturali iniziando da quelli stanziati nell’ambito dello Sviluppo rurale”.

 

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