18 Maggio 2020
Coldiretti Piemonte – Manodopera: ok apertura frontiere Ue ma non basta

Molti stagionali arrivano anche da Paesi extra Ue, snellire voucher agricolo

“L’apertura delle frontiere italiane ai cittadini europei non solo favorisce il turismo ma è utile a far arrivare manodopera da Romania, Polonia e Bulgaria, anche se molti lavoratori, che solitamente venivano nelle nostre campagne, provengono da Paesi extra Ue come Albania e Macedonia”, affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nel commentare positivamente la riapertura delle frontiere dal 3 giugno senza obbligo di quarantena ai cittadini europei.

L’apertura di corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione Europea, che è stata sollecitata dalla stessa Commissione, ha già permesso a decine di migliaia di lavoratori comunitari di tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna grazie a accordi tra i diversi Paesi e la stessa Francia ha da poco annunciato l’apertura delle proprie frontiere ai lavoratori dell’area Schengen.

“Si tratta di una soluzione che consente di garantire professionalità ed esperienza alle nostre imprese agricole – continuano Moncalvo e Rivarossa – anche se non risolve ancora del tutto il problema. Per garantire la sicurezza si attende ora che venga siglato il protocollo anti-contagio per il settore agricolo con i Ministri competenti e l’assistenza dell’INAIL. Il tempo stringe: i lavoratori stranieri, infatti, vengono impiegati in Piemonte per la raccolta della frutta e poi per la vendemmia. Più di 8 mila imprese ortofrutticole che necessitano di 20 mila raccoglitori e oltre 5 mila aziende vitivinicole che generano circa 13 mila posti di lavoro durante la raccolta dell’uva. Serve, quindi, anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione”.

 

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