17 Gennaio 2020
Coldiretti Piemonte – miele: scegliere il made in Piemonte per avere certezza di qualità contro importazioni a basso costo

Prestare attenzione all’etichettatura d’origine e rendere omogena normativa comunitaria su norme di sicurezza

Toccasana per mitigare gli effetti del freddo sulla salute, attenuare il mal di gola e i sintoni dell’influenza, il miele è un ottimo rimedio naturale oltre ad essere impiegato in preparazioni dolciarie, tipiche invernali.

In Piemonte il settore apistico, negli ultimi cinque, anni ha avuto uno sviluppo sia per il numero di alveari allevati, sia per il numero di aziende attive. Dal 2001, anno in cui si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati, si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari.

“Il 2019 ha visto, purtroppo, chiudersi un’annata complicata per il miele sia a causa dei sempre più evidenti cambiamenti climatici sia per la situazione di mercato provocata dalla massiccia importazione di mieli a basso prezzo, spesso di bassa qualità, oltre ad una crisi produttiva – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il rischio è che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Piemonte non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta Campagna Amica in azienda o nei mercati. Oltretutto, chi produce miscele di miele non è obbligato ad indicare la percentuale dei vari componenti né ad elencarli, causando così un grave danno ai produttori di miele ed ingannando il consumatore che non può sapere ciò che sta mangiando. Alla luce di questa situazione, è opportuno che anche l’agroindustria scelga il vero miele Made in Piemonte, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa”.

 

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