12 Dicembre 2020
Coldiretti Piemonte – Misura 21: sono quasi 2 mila le aziende zootecniche che rischiano di essere escluse dagli aiuti

Oltre al danno, la beffa” a causa della gestione dell’assessorato regionale all’agricoltura    

“Non è giustificabile che quasi 2 mila domande rischino di restare escluse, nonostante siano imprese che soddisfino le condizioni iniziali del bando, a causa della gestione messa in atto dall’assessorato regionale all’agricoltura”, evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale rispetto alla situazione delle aziende del comparto zootecnico dei bovini da carne che hanno presentato domanda in attuazione della Misura 21 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 “Sostegno alle aziende agricole che allevano bovini da carne, alle aziende floricole e florovivaistiche e alle aziende apistiche”; intervento riconducibile al Regolamento Ue n. 872 dello scorso giugno, con il quale è stata data la possibilità alle Regioni di attivare un sostegno straordinario e temporaneo alle imprese agricole operanti nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi determinata dal Covid. 

Il Piemonte, per quanto riguarda la carne bovina, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale. La filiera bovina conta 800 mila capi e circa 7 mila aziende.

“La zootecnia da carne sta già scontando le maggiori criticità dovute alla pandemia con la chiusura del canale Ho.Re.Ca., dove la maggior parte dei tagli pregiati della nostra carne trovava sbocco – continuano Moncalvo e Rivarossa –. La Misura 21, quindi, dovrebbe essere, seppur non risolutiva, un sostegno ed un aiuto concreto; invece, con le modifiche al bando attuate in corsa dall’assessorato, molte  imprese, rispettose dei requisiti di ammissibilità inizialmente previsti, rischiano di essere escluse, risultando non ammissibili a causa dell’adozione di una procedura non corretta. E’ urgente, quindi, che venga data la giusta importanza ad un comparto che genera un fatturato di oltre 700 milioni di euro  e vengano riviste le disposizioni che, se lasciate così, attuano il detto: oltre al danno, la beffa”.

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