Più che triplicate negli ultimi dieci anni, raggiungendo un +212 per ceno, le importazioni in Italia di olio di palma che nel 2015 hanno raggiunto il quantitativo record di oltre 1,6 miliardi di chili, secondo un'analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat. Da questi ultimi si evidenzia tuttavia, per la prima volta, un calo del 10 per cento nei primi sette mesi del 2016, rispetto all'anno precedente, conseguente al parere dell'Autorità Alimentare Europea (EFSA) nel quale si segnalano possibili effetti tossici o cancerogeni che si sviluppano durante il processo produttivo nell'olio di palma e in altri oli vegetali, margarine e alimenti trasformati.
 “Alla luce di tali dati, come già fatto, ribadiamo la nostra disponibilità a formulare nuovi percorsi sperimentali ed innovativi – sottolinea Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Siamo pronti a mettere in campo le nostre professionalità, le imprese ed i terreni per trovare prodotti alternativi all’olio di palma al fine di valorizzare il nostro  territorio. Sicuramente una grande risposta arriva già dall’utilizzo di nocciole, di cui il Piemonte vanta oltretutto l’Igp, e dei derivati del latte – prosegue Revelli – Siamo pertanto predisposti ad implementare, a fronte di nuovi contratti di filiera, le produzioni esistenti e a trovare formule sperimentali per sopperire alle necessità dell’industria. Questo consentirebbe un ulteriore volano per tutta l’economia della nostra regione. Inoltre, al fine di consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori –conclude Revelli - è stato introdotto il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria, su nostra richiesta, l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati”