14 Maggio 2021
Coldiretti Piemonte: passo avanti aumentare soggetti autorizzati per il controllo dei cinghiali

Serve però azione congiunta e coordinata affinché tutte le province applichino i piani di contenimento

“Un passo avanti che, parallelamente, deve vedere anche un lavoro di monitoraggio e verifica affinché ci sia una effettiva applicazione da parte di tutte le amministrazioni provinciali dei piani di contenimento dei cinghiali, attraverso il coinvolgimento oltre che dei proprietari o conduttori di fondi, anche dei nuovi soggetti individuati dalla Giunta regionale”. E’ quanto commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale rispetto alle decisioni assunte dalla Giunta regionale che ha recepito la sentenza della Corte Costituzionale n.21 del 14 gennaio 2021, nella quale si integrano le figure che possono essere impiegate nell’attuazione dei piani di abbattimento.

“Sicuramente un’altra necessità fondamentale ora è quella di potenziare, anche attraverso lo stanziamento di adeguate risorse e tramite il superamento regionale del blocco delle assunzioni di guardie in servizio presso le Province e le Città Metropolitane, il numero di guardie venatorie così da permettere un’efficace azione di intervento e coordinamento – continuano Moncalvo e Rivarossa -. Per cui serve una regia chiara a livello regionale, affinché gli enti provinciali agiscano davvero e fin da subito  in modo comune verso l’obiettivo che è e resta quello del contenimento dei numeri vista ormai la situazione di saturazione in cui siamo, fornendo anche un puntuale e frequente aggiornamento rispetto ai risultati raggiunti da tutti gli Enti coinvolti: Province e Città Metropolitane, Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), Comprensori Alpini (CA) ed Enti Parco.  Ricordiamo che ridurre la popolazione dei cinghiali è la priorità rispetto anche alla diffusione del virus della Peste suina africana che rappresenta un elevato rischio per il nostro patrimonio suinicolo e per l’intera filiera collegata. E’ urgente, dunque, un approccio integrato che possa risolvere la questione concretamente poiché la situazione è insostenibile per le nostre imprese e per la sicurezza dei cittadini e sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vaste aree territoriali piemontesi, anche in zone ad elevato pregio naturalistico”.

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