12 Novembre 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: PER IL LATTE FUMATA NERA CON GLI INDUSTRIALI

Non sono bastati i quattro giorni di mobilitazione prima presso il centro di distribuzione della Lactalis e poi davanti al supermercato Esselunga di Corso Traiano, a Torino ed in tante altre città della penisola, per far maturare il senso di responsabilità degli industriali.
Offerto, infatti, solo un centesimo in più per litro di latte al termine del tavolo con Assolatte che si è tenuto al Ministero delle Politiche Agricole.
E’ chiaro che Lactalis, multinazionale leader del settore dopo aver acquistato i marchi Parmalat, Galbani, Locatelli ed Invernizzi, insieme agli altri industriali vogliano colpire il Made in Italy, puntando sulla produzione straniera da rivendere con prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli praticati nei confronti dei consumatori degli altri Paesi europei. Questo porta alla chiusura delle nostre stalle, già oltre mille a livello nazionale hanno dismesso l’attività nel 2015, ed al conseguente abbandono dei territori con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti.
Per il Piemonte a rischio ci sono 8000 posti di lavoro, 1900 aziende per 390 milioni di produzione lorda vendibile. Gli allevatori piemontesi chiedono un adeguamento della remunerazione del proprio prodotto in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 secondo la quale il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione, individuati da Ismea tra i 38 ed i 41 centesimi al litro. Ciò significa la necessità di incrementare di circa il 20 per cento i prezzi riconosciuti all’allevatore rispetto a quelli attualmente praticati.
Nelle prossime ore torneranno a riunirsi gli stati generali della zootecnia della Coldiretti al fine di assumere nuove decisioni in risposta  alla mancanza di responsabilità degli industriali, il cui atteggiamento sta portando solo ad alimentare tensioni di cui il nostro Paese non ha bisogno.

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