19 Luglio 2022
Coldiretti Piemonte – peste suina: ancora irrilevante il numero dei cinghiali abbattuti e necessità di ripartire con l’allevamento dei suini

Al consiglio regionale presentate le criticità su cui intervenire con urgenza

Peste suina africana, danni provocati dalla fauna selvatica e ricadute sul mondo agricolo, oltre che sull’intero territorio piemontese, tutela dell’incolumità pubblica. Sono i punti toccati da Coldiretti Piemonte durante l’intervento, tenuto dal presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, in rappresentanza di Coldiretti Piemonte, al Consiglio regionale aperto sull'emergenza Peste Suina africana, a Palazzo Lascaris.

“La questione fauna selvatica, come più volte abbiamo fatto presente, porta con sé vari aspetti ed uno su cui non possiamo passare oltre è sicuramente quello dei risarcimenti dei danni alle produzioni agricole – ha spiegato Mauro Bianco presidente di Coldiretti Alessandria nel suo discorso -. A fronte dell’aumento dei costi di produzione, causato dalla guerra ucraina, vanno rivisti i parametri economici utilizzati dai periti per quantificare i danni. Se, infatti, la metodologia introdotta con il provvedimento della Giunta regionale, lo scorso dicembre 2021, poteva essere adeguata in una condizione di normalità, adesso è necessario attualizzarla al mercato di oggi, adeguando anche le perizie già predisposte. Questo va ad aggiungersi alla richiesta di semplificare, nel complesso, le procedure per richiedere l’indennizzo dei danni, procedendo con tempi più rapidi ed agendo nella logica del «tempo reale». Passando poi alle problematiche relative alla Peste Suina, ricordiamo che, ad oggi, manca un effettivo risarcimento a favore delle imprese, in zona di restrizione, che hanno subito l’abbattimento/macellazione dei capi allevati. Quanto previsto dalla Regione non è sufficiente poiché non tiene conto delle effettive capacità che hanno le aziende di generare valore aggiunto: bisogna, quindi, prevedere un’azione di sostegno legata all’effettivo mancato reddito e creare le condizioni per fa sì che possano continuare ad operare nel tempo, considerando anche quelle che insistono nella zona buffer. Infine – ha concluso Bianco – è fondamentale dare alle imprese la possibilità, al termine del divieto di ripopolamento, di riprendere l’attività allevatoriale, pur nel rispetto delle misure di biosicurezza. Solo così possiamo preservare e mantenere la biodiversità dei nostri territori, garantire la sovranità alimentare e portare avanti l’allevamento delle razze storiche che tradizionalmente alleviamo in Piemonte”.

“Restano aperte ancora questioni che ribadiamo da tempo sulle quali la Regione non può continuare a far finta di nulla: in primis è necessario avviare un processo di riforma degli Atc e dei Ca per evitare situazioni incancrenite negli anni e superare l’attuale impostazione – hanno fatto notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Come per la caccia di selezione, è opportuno che la Regione attui un puntuale monitoraggio per rendere trasparenti i dati relativi agli abbattimenti effettuati, oltre ad ampliare l’orario durante il quale è possibile esercitare l’attività venatoria.  Per quanto riguarda la Peste Suina, ribadiamo quanto siano ancora irrisori i numeri degli abbattimenti dei cinghiali: parliamo di qualcosa di più di 2000 capi circa quando l’obiettivo è quello di arrivare ad almeno a 50 mila”.

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