14 Settembre 2021
Coldiretti Piemonte – piano straordinario qualità aria: dalla Regione mancano risposte adeguate

Il 15 settembre viene riattivato il semaforo ma serve rivedere misure per evitare blocco produzione agricola

“Dalla Regione non abbiamo ancora ricevuto risposte adeguate nonostante le osservazioni e le proposte di modifica che avevamo presentato nei tempi dovuti, analizzando gli aspetti che più marcatamente incidono in modo negativo sulla produzione agricola e per ridefinire un’azione maggiormente coordinata, ovvero capace di coniugare la necessità di incidere sulle emissioni e concentrazione di polveri sottili, ma allo stesso tempo rispettosa delle dinamiche produttive di un settore strategico per l’economia piemontese”. E’ quanto fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa rispetto all’incontro che si è tenuto alla presenza del vicepresidente, Fabio Carosso, dell’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, e dell’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa a ridosso della riattivazione, il 15 settembre, del meccanismo del semaforo, introdotto con la delibera del 26 febbraio 2021.

“Continuano ad essere eccessivamente penalizzanti per l’agricoltura le misure introdotte, infatti, rischiano di congestionare le imprese agricole, sia in termini di gestione del ciclo produttivo che sul fronte della tenuta economica, in un periodo già fortemente condizionato da un andamento altalenante dei mercati, per effetto della pandemia. Pur comprendendo le necessità del Piano Straordinario, si deve trovare un equilibrio affinché le limitazioni siano distribuite in modo più equo tra i vari settori ed a livello territoriale, intervento, in modo puntuale, laddove dovesse registrarsi l’effettiva necessità, evitando di coinvolgere areali troppo estesi. E’ urgente, quindi, che la Regione, a fronte di una revisione delle misure, fornisca le necessarie risposte ed indicazioni entro l’avvio della prossima campagna agraria, essendo prossima la data in cui si procederà con la semina delle colture autunno-vernine, per poter assicurare le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare”

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