9 Luglio 2018
COLDIRETTI PIEMONTE: PREDILIGERE IL MADE IN PIEMONTE NELLA SPESA E’ GARANZIA DI TRASPARENZA, FRESCHEZZA E QUALITA’

Gli italiani hanno consumato 402,5 milioni di chili di vegetali surgelati nel 2017 con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, dovuto proprio alla crescita a tavola dei vegetali naturali e in particolare delle zuppe, dei passati e dei minestroni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’importanza delle misure precauzionali adottate con il ritiro in Italia ed in altri Paesi europei di prodotti alimentari surgelati, a seguito del possibile rischio di contaminazione da Listeria monocytogenes. Le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.
“Alla luce di questi fatti, ribadiamo l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti, ma anche la necessità di togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano i prodotti dall’estero per consentire interventi rapidi e mirati -  evidenziano Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e  Bruno Rivarossa delegato Confederale – La scelta, poi, di acquistare le produzioni Made in Piemonte dalla frutta alla verdura, dalla carne al formaggio è garanzia per i consumatori di trasparenza e genuinità. Il Piemonte vanta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc: una grande biodiversità da preservare e che ci distingue per  l’alta qualità dei nostri prodotti. Fare la spesa nei mercati di Campagna Amica, capillarmente diffusi su tutto il territorio, significa avere ben tracciata la provenienza di quanto si acquista e la possibilità di dialogare direttamente col produttore. Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea – concludono Galliati e Rivarossa - che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve di frutta o per gli ortaggi conservati, abbiamo il dovere, a livello nazionale,  di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche promuovendo una profonda revisione delle norme comunitarie”.  

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