24 Aprile 2024
Coldiretti Piemonte – PSA: non c’è più tempo da perdere per sostenere le imprese suinicole

Il commissario Caputo e la Regione mettano in campo tutte le misure necessarie a preservare un comparto fondamentale per l’economia del territorio piemontese

Occorre un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare l’intero comparto e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte nel rivolgersi  al commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo, e alla Regione poiché la situazione resta preoccupante con i casi che continuano ad aumentare.

“Restano ancora bassi, seppur sensibilmente migliorati rispetto al 2022, i numeri degli abbattimenti, ma è fondamentale continuare ad incrementare il depopolamento dei cinghiali, soprattutto nelle aree dove si sono rilevati gli ultimi casi di peste, in modo da evitare, parallelamente, un ulteriore ampliamento delle zone di restrizione, e consentire, alle imprese suinicole la loro piena attività per tutelare il reddito aziendale – spiega Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia -. Per questo va ulteriormente rafforzata l’azione di eradicazione, anche attraverso la ri-attivazione della caccia di selezione notturna e modificata l’attuale normativa al fine di gestire in modo separato le procedure riguardanti la fauna selvatica da quelle che riguardano gli allevamenti suinicoli. Se l’allevamento ha rispettato tutte le regole di biosicurezza, è doveroso, quindi, consentire e garantire nel tempo la sua piena attività”.

“Poiché le imprese hanno investito per adeguarsi in tema di biosicurezza, è assolutamente necessario preservare i 3 distretti suinicoli individuati in Piemonte, all’interno dei quali non potranno esserci cinghiali, nel raggio di 15 chilometri. Motivo per cui la Regione deve impegnarsi a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la totale rimozione dei cinghiali, coinvolgendo tutti gli Enti preposti, Parchi compresi – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Serve un approccio diverso anche a livello europeo affinché se un cinghiale malato viene rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla non scatti la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. Il rischio immediato è che il propagarsi della peste suina faccia scattare le restrizioni all’export”.

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