“Serve una visione di lungo periodo per contrastare i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico. Per questo la nostra Organizzazione sta mettendo a punto un progetto che, grazie alla costruzione di una rete di nuovi bacini di accumulo, si potrà raggiungere l'autosufficienza produttiva. Una corretta gestione delle risorse idrogeologiche, oltre al semplice uso irriguo, apre anche una serie di opportunità che vanno dalla produzione di energia pulita, alla creazione di bacini adibiti ad attività turistiche e sportive, oltre ad essere fondamentale per prevenire alluvioni e salvaguardare i nostri territori”. E’ quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale rispetto all’importanza di investire le risorse del Recovery Plan nel settore idrico.
L’ISPRA stima che in Piemonte si possa arrivare fino a 2 mila km2 di territorio soggetto a rischio alluvione, ovvero oltre l’8% dell’intero territorio regionale. Parallelamente i danni causati dalla siccità alle produzioni agricole ammontano ad una media di circa 40 milioni di euro all’anno, come dimostrano i dati della regione Piemonte, ed il trend e le prospettive indicano un probabile peggioramento della situazione.
“A fronte del rischio che il riscaldamento climatico produca un ulteriore peggioramento della situazione già critica, occorre intervenire con urgenza a livello strutturale con progetti in grado di garantire alla popolazione sicurezza idraulica ed all’agricoltura il bene primario, ovvero l’acqua per irrigare – continuano Moncalvo e Rivarossa -. Oggi è possibile realizzare opere che, per dimensione e tipologia, non alterano gli equilibri ambientali, si inseriscono in modo armonioso nel paesaggio, creano riserve d’acqua da utilizzate con tecniche irrigue efficienti e contribuiscono a mitigare gli eventi di piena”.