Import sleale fa dimezzare prezzi nei campi
La richiesta di una clausola di salvaguardia efficace per limitare i danni causati dall’import selvaggio di riso è importante per tutelare i record della filiera nazionale dopo il crollo dei prezzi pagati ai risicoltori italiani proprio a causa degli arrivi di prodotto straniero che non rispetta gli standard produttivi europei. Ad affermarlo sono Coldiretti e Filiera Italia che commentano favorevolmente la proposta di revisione del Regolamento relativo al Sistema di Preferenze Generalizzate (Spg) portata dall’Italia.
“La proposta attuale rischia di dare vita a una clausola di salvaguardia che, seppur basata sull’automatismo, potrebbe rivelarsi totalmente inefficace per la tutela del riso europeo. Infatti, se applicata nelle modalità proposte, si attiverebbe solo al superamento di oltre 600mila tonnellate di riso base lavorato, una quantità assolutamente inaccettabile e inutile a difendere la filiera nazionale. Un meccanismo del genere rischierebbe così di lasciare scoperti produttori e lavoratori italiani, senza offrire una vera risposta alle sfide concorrenziali degli ultimi anni”, spiega Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo.
“Le importazioni selvagge hanno fatto crollare le quotazioni all’origine del prodotto nazionale che per le varietà più note come il Carnaroli o l’Arborio sono quasi dimezzate, passando indicativamente da 1,-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi, nell'attuale campagna, nonostante una produzione di poco sopra i livelli dello scorso anno – ricordano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. A rischio è il futuro di un settore che detiene il primato europeo con l’Italia che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo. Il Piemonte conta 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari”.
