1 Marzo 2023
Coldiretti Piemonte – siccità. perso 89% di acqua piovana serve piano invasi

In Piemonte nel 2022 -60% di pioggia, serve gestione oculata dei bacini idrici esistenti

Sono circa 300mila imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità che si estende anche alle aree urbane per effetto della caduta del 30% di precipitazioni in meno nell’ultimo anno, con la percentuale che sale al 40% per il nord Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al primo Tavolo sull'acqua a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ad essere assediate dalla siccità sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

In Piemonte, se nel 2022 si è registrato il 60% di pioggia in meno rispetto alla media, il 2023 non si presenta meglio e già si segnalano criticità in diverse aree. La mancanza di pioggia tra dicembre 2022 e gennaio 2023 non ha permesso di recuperare il deficit precedente tanto che il Lago Maggiore ha una percentuale di riempimento del 19% ed il fiume Po è a secco.

“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare – fanno notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. A rischio è l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare in una situazione già difficile per gli effetti della guerra in Ucraina. Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana, Coldiretti, a livello nazionale, ha elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. A livello piemontese, invece, è necessario, per la campagna agricola che sta per avviarsi e che vede già un forte deficit idrico, gestire le riserve d’acqua in modo oculato, con responsabilità da parte di tutti i gestori dei bacini, dando priorità a garantire l’acqua potabile, quella per l’agricoltura e, in subordine, quella per la produzione di energia idroelettrica”.

 

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