Cala il Pil solo nel settore agricolo: servono accordi tra agricoltura, industria e distribuzione
In controtendenza all’andamento generale, il valore aggiunto cala solo in agricoltura per effetto del boom dei costi di produzione, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte nel commentare i dati Istat sull’andamento del Pil nel terzo trimestre del 2021 e dell’inflazione ad ottobre.
“Il balzo dei costi energetici oltre a spingere l’inflazione – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - si trasferisce a valanga sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese. Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. L’aumento dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per gli ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, senza dimenticare che la zootecnica deve affrontare, già da tempo, i rincari nei mangimi. Serve – concludono Moncalvo e Rivarossa - responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare le nostre imprese agricole”.