22 Gennaio 2021
Coldiretti Piemonte – suinicolo: Stop storture lungo la filiera

Diminuisce il prezzo di vendita dei capi ma aumentano i costi per l’alimentazione: situazione assurda per i nostri allevatori

Continuano le difficoltà per il comparto suinicolo piemontese: da un lato diminuisce il prezzo di vendita dei capi e dall’altro aumenta il costo dell’alimentazione. E’ quanto denuncia Coldiretti Piemonte nell’evidenziare la crisi che sta colpendo gli allevatori a cui si somma la problematica delle importazioni che, nel 2019, sono state di circa 56 milioni ovvero più di 1 milione di cosce alla settimana.

L’ultima quotazione di giovedì 14 gennaio del mercato nazionale di riferimento registra il prezzo di 1,22€ al Kg per i suini vivi, mentre la soia si aggira intorno a 53/54 euro al quintale e la crusca addirittura sui 21,50€ al quintale, cifra paragonabile al grano di cui, però, è un sottoprodotto.

“Una situazione assurda e invivibile per i nostri allevatori – commentano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – che continuano, da mesi, a dover far fronte alla crisi generata dall’emergenza Covid con il canale Ho.Re.Ca chiuso, l’aumento delle importazioni dall’estero ed il rischio della peste suina africana. Stiamo registrando una impennata dei costi relativi all’alimentazione con la crusca che, mai come ora, è introvabile: questa è una pura speculazione del tutto inaccettabile”.

La filiera suinicola piemontese conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale.

Moncalvo e Rivarossa concludono così: “Si tratta di correttezza e trasparenza nei confronti dei nostri allevatori che stanno continuando a garantire, nonostante le difficoltà, la produzione e per questo non esitiamo a denunciare le speculazioni e le storture che stanno emergendo a sostegno delle imprese che, insieme alle loro famiglie, stanno vivendo una fase storica così drammatica. Tutto questo a tutela del #MangiaItaliano che, mai come ora, va messo in pratica con atti concreti, come quelli che la nostra Organizzazione sta chiedendo anche alla GDO”.

 

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