25 Giugno 2024
Coldiretti Piemonte – summer fancy food: stop ai falsi prodotti alimentari italiani

Pronti a confrontarci a testa alta con tutti i mercati del mondo, portando la nostra qualità

 

Il 90% dei turisti americani indica il cibo e il vino italiani come il motivo di scelta per passare le proprie vacanze nel Belpaese, con l’enogastronomia che si piazza in testa alla classifica delle “bellezze” più gettonate dai vacanzieri a stelle e strisce. Oltre un turista italiano su due (53%) che viaggia all’estero si è ritrovato a tavola pietanze e prodotti tricolori “taroccati”, fatti con ingredienti o procedure che non hanno nulla a che fare con la vera cucina italiana. E’ quanto emerge dai risultati di un’indagine realizzata da Coldiretti diffusa in occasione del Summer Fancy Food 2024, a cui hanno preso parte la presidente di Coldiretti Piemonte e membro di giunta nazionale, Cristina Brizzolari, ed il cuoco contadino piemontese Filippo Tosi dell’agriturismo Le Piagge di Ponzone, in provincia di Alessandria.

Nello stand dove Coldiretti è presente insieme a Campagna Amica e Filiera Italia (2718 – 2827 Pavillon Italy), in collaborazione con Ice (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) nel cui stand la presidente Cristina Brizzolari, già da vari anni presente al Fancy Food per l’internazionalizzazione del prodotto riso ed in particolare della sua impresa risicola Riso Buono, ha presentato il libro “Chi non semina non raccoglie”, è allestita un’esposizione che mette a confronto le eccellenze della dieta mediterranea con le sue versioni fake. Si va dall’olio “pompeiano” al vino Chianti Sangiovese fatto in California, fino all’immancabile Parmesan, diventato negli anni simbolo dei cibi fake ispirati alle nostre migliori produzioni.

Non a caso gli Usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di italian sounding che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi, tra cui anche il Gorgonzola, tipico del Piemonte, che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale.

“In tale ottica la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco può rappresentare un passo importante per spingere a fare chiarezza, proprio a partire dagli Starti Uniti, sulle ricette made in Italy togliendo terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani nel mondo che rappresentano una insostenibile zavorra per la crescita dell’export tricolore – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Le stesse regole imposte ai produttori italiani ed europei devono valere per chi vuole vendere in Europa e nel mondo. Siamo pronti a confrontarci a testa alta con tutti i mercati del mondo, portando la nostra qualità”.

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