9 Maggio 2023
Coldiretti Piemonte – tuttofood: sos per arrivo del latte sintetico che mette a rischio made in Piemonte

Dopo la carne in provetta potrebbe arrivare anche il latte sintetico con Israele che si appresta a diventare uno dei primi paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti e Filiera Italia a Tuttofood, in occasione del convegno “I rischi del cibo sintetico”, a cui era presente in forze il Piemonte con il presidente regionale, Roberto Moncalvo, il delegato confederale, Bruno Rivarossa e tutti i direttori e presidenti delle federazioni provinciali.

Un pericolo per la sopravvivenza della Fattoria Italia che vale oggi 55 miliardi di euro e rappresenta uno dei fiori all'occhiello del tricolore a tavola. Una novità che viene nettamente bocciata dagli italiani con il 72% dei cittadini che non mangerebbe la carne sintetica ottenuta in laboratorio e solo il 18% la proverebbe mentre il 10% non sa e ha quindi bisogno di più informazioni, secondo l’indagine Tecnè.

Il ministero della Sanità di Israele ha, infatti, concesso alla società Remilk, che sta già producendo su scala industriale in diverse aree del mondo, di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata con un processo simile a quello usato un po’ per tutti gli alimenti creati in laboratorio, o “a base cellulare” come suggerito da Fao e Oms.

“Inaccettabile il latte sintetico quando il Piemonte produce 11 milioni di quintali di latte grazie al lavoro continuo dei nostri allevatori – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La verità è che non si tratta di cibo ma di un prodotto ingegnerizzato, con processi di lavorazione molto più simili a quelli dei farmaci e proprio in questo ambito devono essere valutati. Nei prodotti a base cellulare si utilizzano ormoni che invece sono vietati negli allevamenti europei dal 1996. Abbiamo acceso i riflettori su un business in mano a pochi ma molto influenti nel mondo che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda mettendo a rischio la stessa democrazia economica e alimentare. Pensare di sostituire con un procedimento di laboratorio il legame tra il cibo che mangiamo e la terra è un atto gravissimo: non è questo il cibo del futuro che vogliamo. A quelle quattro o cinque multinazionali che vogliono proporre l’omologazione diciamo che l’Italia, con i suoi agricoltori, con l’eccellenza del know how dell’industria di trasformazione, con la qualità dei suoi prodotti e con il suo modello di sostenibilità guardato come esempio in tutto il modo, continuerà a battersi perché sulle sue tavole possa arrivar un cibo sano e naturale. Per questo continueremo – concludono - a lavorare con il Governo per non abbassare la guardia, salvaguardare il nostro tessuto produttivo e difendere i nostri standard di qualità da chi invece pensa che sia possibile mettere a rischio la salute di milioni di consumatori a benefico solo del proprio profitto”.

Sul cibo artificiale Coldiretti ha avviato un percorso trasparente che è iniziato con la raccolta di firme, arrivate ad oltre mezzo milione a livello nazionale, a sostegno della legge per fermare i cibi sintetici, in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale. Un percorso istituzionale trasparente con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a sostegno della proposta della Coldiretti, spesso all’unanimità. In Piemonte abbiamo già raccolto circa 50 mila firme e hanno già espresso il “No” al cibo sintetico quasi 500 comuni di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento, oltre al governatore Alberto Cirio.

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