22 Febbraio 2022
Coldiretti Piemonte: Ue attacca carne e salumi

Stop al cibo sintetico, difendere patrimonio Made in Piemonte

Non solo vino, l’Unione Europea vuole cancellare anche la promozione di carne e salumi colpendo un settore da primato del Made in Italy agroalimentare. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel riferire che il Consiglio UE Agricoltura e Pesca dei 27 Paesi ha posto all’ordine del giorno la presentazione e discussione di un documento congiunto sulla politica di promozione europea di Austria, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Italia Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Spagna e Ungheria. L’Italia sotto la spinta della Coldiretti anima il fronte europeo di 12 Paesi che si oppongono alla revisione dei prodotti ammessi alla promozione dell'UE da parte della Commissione europea che punta all'esclusione di alcuni settori come appunto la carne, i salumi ed il vino, considerati pericolosi per la salute.

“La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, mortadelle che hanno dietro milioni di lavoratori europei, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Si tratta infatti di una profonda contraddizione che colpisce le piccole tipicità tradizionali che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione, mentre la carne Frankenstein, ottenuta in laboratorio da cellule in vitro, è stata beneficiata da ingenti risorse pubbliche concesse dalla stessa Unione Europea a favore di aziende private. Dietro il business della carne in provetta si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea che l’Unione Europea a parole difende. Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va, infatti, ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Tutto questo pesa ancor più su un territorio come il Piemonte che detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane, con la razza Piemontese, e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale, ora messa in crisi dai rincari delle materie prime, dagli aumenti dei costi di trasporto e dalle speculazioni lungo la filiera”.

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