5 Marzo 2024
Coldiretti Piemonte – UE: stop lavoro forzato per produrre cibo

Applicare principio di reciprocità su tutti gli accordi commerciali

 Sono diversi i cibi che entrano nel nostro Paese su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato, come il riso indiano, e per questo motivo è importante la decisione dell’Unione Europea di vietare l’accesso al mercato comunitario alle merci ottenute da una moderna forma di schiavitù che riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui i minori. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il primo accordo raggiunto da Parlamento e Consiglio Ue sul regolamento che ne vieta l'immissione e la messa a disposizione sul mercato dell'Unione.

Secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa, tra i prodotti agroalimentari coltivati o trasformati grazie al lavoro forzato di adulti e bambini ci sono anche peperoncini dal Messico, riso dal Mali, castagne dal Perù, pesce dalla Thailandia, dall’Indonesia e dalla Cina, canna da zucchero dal Brasile.

“Si tratta di cibi che finiscono sugli scaffali dei supermercati italiani o europei invasi dalle importazioni di prodotti extracomunitari che fanno concorrenza sleale ai produttori agricoli e mettono a rischio la salute dei consumatori – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Abbiamo più volte sollecitato l’Unione Europea a bloccare le importazioni di prodotti alimentari ottenuti dallo sfruttamento. E’ necessario che dietro a tutti i cibi che arrivano sulle tavole ci sia un percorso di qualità che riguarda la tutela dei minori, oltre che del lavoro, dell’ambiente e della salute, facendo valere il principio di reciprocità su tutti gli accordi commerciali”.

 

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