Annus horribilis per una agricoltura colpita da un andamento meteorologico anomalo, crisi di mercato per la frutta, embargo russo. Eppure, l’Agricoltura piemontese, pur subendo una contrazione della Produzione Lorda Vendibile di 9,2 punti percentuali, contribuisce alla ripresa economica con un + 4,12% di occupati, in netta controtendenza rispetto agli altri settori, e con un indice quasi triplo rispetto a quello nazionale. Il Pil agricolo del Piemonte rappresenta il 10% di quello nazionale. Il prodotto interno lordo piemontese è pari al 2,4% del Pil regionale, raggiungendo con l’agroalimentare il 5,3%.
Per le sue 60 mila imprese associate, Coldiretti Piemonte ha ulteriormente sviluppato il proprio Sistema di Rappresentanza e dei Sevizi, forte di oltre 800 dipendenti, di cui si avvalgono le articolazioni territoriali, con 6 sedi provinciali ed interprovinciali, 49 Uffici zonali e 1.043 recapiti comunali e frazionali. Tale struttura ha permesso alle imprese agricole socie di accedere a quasi 200 milioni di euro di contributi comunitari attraverso il mandato conferito al Centro di Assistenza Agricola (CAA) di Coldiretti Piemonte per l’attivazione di procedimenti amministrativi inerenti domande di Pagamento Unico PAC e di Sviluppo Rurale. Quella che può essere considerata in parte una compensazione per la grave crisi di liquidità che sta colpendo da alcuni anni l’imprenditoria agricola piemontese, trova ulteriore supporto nell’attività del Consorzio Fidi CreditAgri Italia, che in Piemonte conta oltre 1600 soci e che nell’ultimo periodo ha finanziato 344 operazioni per un valore di oltre 30 milioni di euro. Sono state inoltre 20 mila le imprese che si sono avvalse della consulenza e dell’assistenza sia Fiscale e Tributaria che lavoristica delle Società di Servizi dell’Organizzazione, alle quali oltre 110 mila contribuenti hanno affidato la dichiarazione dei propri redditi. Anche nei servizi alla persona rivolti a tutti i cittadini, il Patronato EPACA ha potuto mettere a disposizione una rete di oltre 50 punti di assistenza con 75 operatori specializzati in materia previdenziale, assistenziale e infortunistica, capaci di attivare oltre 88 mila pratiche.
Stagione difficile per andamento meteorologico ed embargo Russo
Il 2014 è stata un’annata caratterizzata da un inverno atipico e mite, con piogge e temperature basse nella seconda parte del periodo primaverile, e da un’estate altrettanto anomala con temperature inferiori alle medie, in modo tale da incidere significativamente sulle produzioni piemontesi. Soprattutto l’elevata umidità del periodo estivo, e le piogge persistenti, hanno condizionato negativamente tutte le colture vegetali. Nel complesso, da un’analisi effettuata sui singoli settori, l’annata agraria piemontese può essere considerata difficile, poco soddisfacente sia in termini di volumi e qualità delle produzioni, a cui hanno fatto seguito riscontri altrettanto deludenti dai rispettivi mercati, oggi sempre più legati a situazioni e dinamiche globali che si riflettono profondamente sull’economia locale.
Alcuni comparti hanno avuto un’annata più difficile, come il comparto frutticolo, dove soprattutto nel periodo estivo ha mantenuto quotazioni su livelli ancora scarsi. Si rileva invece il segno positivo per la frutta autunnale, potendo anche sfruttare una campagna di commercializzazione più lunga. Anche per i cereali, dopo alcune annate estremamente positive sia per la produzione che per i prezzi, il mercato è tornato sui livelli del 2010, con maggiori difficoltà per il mais e per il frumento, quest’ultimo condizionato ulteriormente da una forte riduzione dei volumi. Ottimi segnali di ripresa arrivano per il settore corilicolo; rimane invariato il mercato bovino, così come per i suini. Si mantiene invece su buoni livelli il settore avicolo, sia per il comparto uova che per quello da carne. Discorso a parte va fatto per il lattiero caseario, alle prese con la fine del regime della quote.
“L’annata 2014 - dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte - verrà ricordata soprattutto per la crisi legata all’embargo russo, che dal mese di agosto ha visto la chiusura della frontiere verso una dei maggiori paesi in termini di esportazione dei prodotti italiani, frutta in particolare. Permangono ancora le criticità storiche dell’ agricoltura piemontese, incapace di realizzare sul proprio territorio tutto l’enorme potenziale di valore aggiunto, spesso trasferito altrove per la mancanza di una trasformazione strutturata, realizzabile anche dalla produzione agricola organizzata.
Ecco perché Coldiretti Piemonte ha voluto dar vita ad una complessa progettualità per valorizzare il lavoro e le produzioni piemontesi, attraverso il rafforzamento e l’edificazione di nuove Filiere, che ad oggi realizzano un valore annuo di 73 milioni di euro. Nel frattempo continueremo a potenziare la rete di vendita diretta di Campagna Amica, già forte in Piemonte di 130 mercati e 930 punti aziendali”.
La Conferenza stampa si è conclusa con l’intervento del presidente Roberto Moncalvo, il quale tra le altre cose, ha affermato: “Nel corso del 2014, consapevoli della necessità di continuare nella realizzazione del nostro progetto, teso ad accorciare le filiere, evitando i troppi e spesso inutili passaggi, abbiamo consolidato accordi interprofessionali per un importo complessivo di oltre centodieci milioni di euro, dove la filiera viene costruita partendo proprio dal prodotto agricolo piemontese. Questo è avvenuto in tutti i settori produttivi, dal latte alla carne, dagli ortaggi alle nocciole. Nel 2015, cercheremo di valorizzare la filiera della frutta, soprattutto in termini di utilizzo industriale. Parimenti, lavoreremo per potenziare le filiere di trasformazione delle carni, con particolare attenzione a quelle suine. Sul fronte dell’agricoltura sociale, l’obiettivo è di consolidare le varie progettualità, utili ad intravedere nuove traiettorie di futuro per i giovani (agritate, agriasili, inclusione sociale etc..) e di potenziare ulteriormente i centri servizi alla persona quale momento di collegamento con i cittadini in un’ottica di servizio, complementare e in alcuni casi sostitutivo delle carenze del pubblico. Attraverso altre forme di sussidiarietà, abbiamo proposto alla Regione l’attuazione di una semplificazione burocratica per le nostre imprese, in modo da rendere anche il prossimo Programma di Sviluppo Rurale di più facile accesso e con erogazioni più veloci per investimenti efficaci”.
22 Dicembre 2014
COLDIRETTI PIEMONTE: UN 2014 DIFFICILE MA L’AGRICOLTURA RIESCE AD INCREMENTARE L’OCCUPAZIONE