21 Ottobre 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: UN PIANO PER IL RILANCIO DEL LATTIERO CASEARIO PIEMONTESE

La situazione non è più sostenibile per gli allevatori che non vedono giustamente remunerato il proprio lavoro e non riescono a recuperare dagli attuali prezzi di mercato i costi di produzione, ma che al tempo stesso tutelano e preservano con le loro aziende i territori e la biodiversità. “Al primo punto del nostro documento - dichiara la presidente di Coldiretti Piemonte Delia Revelli - poniamo la necessità di accelerare l’attuazione di quanto previsto dal piano latte nazionale ed affidato dal Ministro delle Politiche Agricole all’Ismea, in riferimento all’adozione del sistema del prezzo indicizzato, facendo tesoro e migliorando  quanto già realizzato in Piemonte, dove si sono creati tra gli attori della filiera nuovi rapporti contrattuali, basati su dati oggettivi nella composizione del prezzo. Al secondo punto - continua la Revelli - abbiamo voluto indicare all’Assessore la necessità di vincolare i finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale, da erogare alla trasformazione agroalimentare ed agroindustriale, alla effettiva valorizzazione delle produzioni del nostro territorio, anche attraverso contratti di fornitura che tengano conto dei costi di produzione delle nostre imprese”.   L’Organizzazione propone la costituzione di un osservatorio ad hoc sull’erogazione dei fondi, con cui monitorare equilibrate relazioni all’interno della filiera, salvaguardando il prioritario approvvigionamento dei prodotti di base dal territorio piemontese.  
“Nel documento, inoltre, vengono anche tracciate le linee progettuali per la realizzazione della filiera mangimistica Made in Piemonte attraverso i Consorzi Agrari -riferisce il direttore regionale Antonio De Concilio - un progetto che garantirebbe ai nostri allevatori la riduzione del costo dell’alimentazione e che concretizzerebbe la produzione di un mangime no ogm. All’Assessore Ferrero abbiamo chiesto come ultimo punto, ma che ultimo non è, di sostenere a livello nazionale in difesa delle produzioni lattiero-casearie del nostro territorio,  come Coldiretti sostiene da tempo, l’estensione dell’origine in etichetta, attualmente obbligatoria per il latte fresco, anche al latte UHT e a tutte le produzioni lattiero casearie”.
E’ una battaglia di civiltà, combattuta anche per i consumatori il cui sostegno ha  contribuito, con oltre 60.000 firme nel solo Piemonte, a vincere il primo round nei confronti dell’UE, che avrebbe voluto imporre all’Italia l’utilizzo di latte in polvere per la produzione di formaggi  e yogurt.

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