11 Aprile 2022
Coldiretti Piemonte -Vinitaly: i rincari si fanno sentire in cantina con +35% costi

A causa della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per il vino italiano con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione della 54° edizione di Vinitaly a Verona, con la prima mostra per “toccare con mano” la classifica degli aumenti nel bicchiere.

Le aziende vitivinicole Made in Italy si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro. Una bottiglia di vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. I prezzi degli ordini cambiano ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

“Una situazione difficile per il vino tricolore che è già stato colpito dalla crisi della ristorazione a causa del Covid e ora subisce anche gli aumenti legati ai trasporti, ai rincari dell’energia e degli imballaggi – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Per difendere i nostro  patrimonio vitivinicolo è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro. Il comparto vitivinicolo piemontese è determinate per l’agroalimentare con 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata, 42 Doc e 17 Docg e, nonostante la crisi pandemica, 1,2 miliardi il valore della vendita all'estero dei vini piemontesi con una variazione del +12,2% rispetto all'anno precedente. Tutelare il vino significa, quindi, tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico”.

 

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