4 Luglio 2008
Coldiretti Piemonte:

Risolvere l’emergenza dei selvatici. Parte così il grido d’allarme di Coldiretti contro i danni procurati dalla fauna selvatica ricordando che L’agricoltura è oggi l’unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza garantire i giusti indennizzi. E’ quanto accade, purtroppo sempre più di frequente, con i danni da fauna selvatica. Cinghiali, daini, nutrie, storni e molte altre specie, proliferate ben oltre i limiti, fanno quotidiane incursioni nei campi, devastando le colture. Indennizzi che, oltretutto, arrivano in ritardo e che solitamente non coprono che la metà del danno economico subito dall’impresa, anche a causa dei guasti della malaburocrazia. “Una situazione che riguarda le imprese agricole, ma anche la società e l’ambiente. – ci tengono a sottolineare il presidente e il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa - Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c’è più la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Occorre allora un’inversione di rotta. La Pubblica Amministrazione deve mettere in campo da subito una serie di soluzioni, dai piani straordinari di controllo, per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio. E serve mettere una volta per tutte in trasparenza un settore, quello della carne ottenuta dall’abbattimento dei selvatici, che a volte alimenta un’economia sommersa”. Non è più accettabile che proprio in un momento storico in cui c’è bisogno di più agricoltura per fronteggiare l’emergenza cibo, si lascino sole le imprese dinanzi all’assedio dei selvatici, pregiudicandone il ruolo economico, per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente. Un pericolo più volte ribadito da Coldiretti Piemonte, sostenuto da dati concreti: oltre il 30% dei cinghiali presenti in Italia è concentrato in Piemonte e nella regione subalpina, sarebbero concentrati il 10-12% degli ungulati di tutta Europa.

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