L’Italia non ha importato carni di maiale fresche, refrigerate, congelate e neanche salami o frattaglie dalla Cina che si conferma essere il Paese con maggiori rischi per la sicurezza alimentare. E’ quanto emerge da un analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo anno, in riferimento all’ultimo scandalo alimentare in Cina che ha portato ad oltre 110 arresti per a vendita di carne di maiale contaminata, proveniente da animali morti per malattia.
Dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte: “Nella nostra regione, gli allevatori hanno scelto di produrre la qualità. Oltre un milione di cosce all’anno di suini piemontesi sono avviate ai circuiti del Parma e del San Daniele Dop. In sintonia con l’APS Piemonte (l’Associazione Produttori che raggruppa oltre duecento suinicoltori piemontesi) stiamo lavorando per un progetto interregionale che veda crescere in Piemonte l’industria di trasformazione, che valorizzi l’eccellenza delle carni suine prodotte nelle nostre stalle. Si sta intanto affermando la filiera del prosciutto crudo di Cuneo, che ha recentemente ottenuto l’IGP”.
Le frodi alimentari negli ultimi 5 anni sono aumentate del 150 per cento, con le frodi nelle carni che si classificano tra i settori più sensibili e sono tra le più temute dagli italiani. Secondo quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, sulla base dei dati Ixe’, sotto accusa per 1 italiano su cinque sono i cibi low cost, dietro i quali spesso si nascondono, infatti, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità. A preoccupare il 21 per cento è invece l’apertura delle frontiere con l’arrivo di alimenti che vengono da Paesi lontani con diverse condizioni sanitarie e produttive, ma che non possono essere ben identificati sugli scaffali per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura di origine.
12 Gennaio 2015
CONTRO LE FRODI CINESI, MAIALI E TRASFORMATI DEL PIEMONTE