13 Febbraio 2013
CRESCE L’IMPORTAZIONE DI MIELE DALL’ASIA: PER COLDIRETTI NECESSARI CONTROLLI SULLA QUALITA’ ED ETICHETTATURA TRASPARENTE

 Coldiretti ha rilevato negli ultimi mesi un significativo aumento delle importazioni di miele dall’estero, dove spesso mancano i controlli, a danno del miele di produzione italiana, a cui è seguita una drastica diminuzione di produzione, e insiste sulla tutela dei consumatori e degli apicoltori italiani. 
“L’invito è quello di consumare miele di origine certa, conosciuta e tale da garantire genuinità – dicono Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte - a difesa del buon miele e del diritto dei consumatori ad alimenti sani e non adulterati industrialmente”.
Spesso, dall’estero e in particolare dall’Asia si assiste ad esportazioni verso l’Europa di miele sottocosto, come quello cinese e indiano, addirittura ad un prezzo inferiore al 50% rispetto alla quotazione internazionale. Il flusso di fornitura del prodotto adulterato, liberamente immesso sul mercato europeo, si stima essere superiore al 40% dei consumi e va denunciato: il prodotto falsamente etichettato come miele che subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, aggiunta a miscelazione di pollini, “taglio” con zuccheri quali quello derivato dal riso, non è comparabile sotto il profilo nutrizionale con il miele naturale e non può soddisfare le attese dei consumatori, che, per contro, rischiano di allontanarsi dal consumo di miele naturale.
Le qualità del miele sono ben note fin dall’antichità: i preziosi oligoelementi (quali rame, ferro, iodio, manganese, silicio e cromo, le vitamine (A, E, K, C, complesso B), gli enzimi e le sostanze battericide ed antibiotiche ne giustificano ampiamente l'utilizzo come disinfettante naturale, nella stagione invernale è utile per rinforzare naturalmente l’organismo, prevenendo efficacemente i malesseri di stagione.
“Ma la produzione italiana di miele di qualità non è tutt’oggi tutelata come dovrebbe – continuano Moncalvo e Rivarossa - per questo Coldiretti rimarca la necessità di un’etichettatura chiara e di facile consultazione da parte di chi acquista e, inoltre, auspica che a livello politico si sappiano difendere in primo luogo i consumatori dal prodotto estero, che non offre le dovute garanzie di qualità, ma che risulta spesso lavorato e adulterato con sostanze che non hanno nulla di naturale”.

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