6 Novembre 2009
DOPO ANNI TORNA IN PIEMONTE LA GIORNATA NAZIONALE DEL RINGRAZIAMENTO: IVREA DOMENICA 15 NOVEMBRE

Mons. Arnaldo Bigio – Vicario generale delle Diocesi di Ivrea – ha presentato presso la Coldiretti del Piemonte la Giornata Nazionale del Ringraziamento.
Sabato 14 novembre si terrà presso il Nuovo Teatro di Rivarolo Canavese il seminario di studio sul tema: “Cultura Rurale e Cultura Urbana – Industriale. Diverse modalità del vivere sociale”.
Domenica 15 novembre p.v. S.E. Mons. Arrigo Miglio – Vescovo di Ivrea e presidente delle Commissioni Episcopali per i problemi sociali del lavoro, celebrerà nella Cattedrale di Ivrea la Santa Messa del Ringraziamento che sarà interamente trasmessa da Rai Uno alle ore 11,00.
Nella conferenza stampa di presentazione è stato richiamato il titolo della Giornata 2009 “Tu prepari il frumento per gli uomini”.
Per le associazioni che collaborano con la CEI per l’organizzazione della giornata.
“Il lavoro agricolo consente all’uomo di realizzare un rapporto diretto e assiduo con la terra: fedele al progetto originario di Dio,  egli offre alla terra le sue cure e la terra gli offre i suoi frutti.  E’ una reciprocità nella quale si rivela e si compie un disegno finalizzato alla vita, all’essere e al benessere (bene-esse) dell’umanità, allo sviluppo di tutti e di ciascuno”.
E ancora “non possiamo dimenticare, insieme ad altri problemi emergenti, come il nostro Paese detenga un primato nel consumo di suolo, risorsa pregiata e di fatto non rinnovabile, non di rado oggetto di trasformazione senza una corretta pianificazione del territorio e senza controlli adeguati. Con la scomparsa del suolo e del suolo agricolo in particolare, scompaiono – per sempre – paesaggio agrario, biodiversità, imprenditorialità e aziende agricole, cultura e tradizioni rurali”. Infine “ancora oggi non mancano, nei confronti del mondo agricolo forme di ingiustizia. Le economie emergenti accaparrano terre nei paesi poveri, specialmente in Africa, espropriandone le popolazioni con la complicità di dirigenti locali. Inoltre, recano danno all’ambiente e deturpano il creato che ispira la pace ed il benessere e con cui le popolazioni vivono in armonia. Occorre anche denunciare lo sfruttamento del lavoro contadino e condizioni di mercato internazionale che portano a privilegiare colture destinate all’esportazione a danno delle colture destinate alla alimentazione locale. Queste ed altre situazioni comportano effetti gravissimi di ingiustizia e di squilibri sociali, fame e malattie, analfabetismo e arretratezza, spargendo semi di discordia e di guerra e rendendo i poveri sempre più poteri e dipendenti da chi ha il potere di decidere per gli  altri e sulla vita degli altri”.

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