5 Marzo 2008
E’ allarme caro-prezzi anche in Piemonte.

Il portafoglio degli italiani piange e fare la spesa non è mai stato così difficile.
In Piemonte la situazione non è certamente migliore, per questo motivo, la Regione, in collaborazione con le associazioni agricole e dei consumatori ha istituito un tavolo di confronto per capire quali sono le ragioni che spingono i prezzi verso l’alto e individuare le modalità per contenerne gli effetti negativi sulle famiglie.
L’aumento del costo della vita, infatti, incide sopratutto sugli anziani e sulle famiglie numerose con le coppie con tre o più figli e le persone con più di 64 anni da sole o in coppia che destinano ben il 21,9 per cento della spesa complessiva agli alimentari.
Dei 467 euro destinati mensilmente dalle famiglie italiane all'alimentazione, infatti, le principali voci di spesa sono nell'ordine la carne per 106 euro, la frutta e ortaggi per 84 euro, il pane e pasta per 79 euro e latte, le uova e formaggi per 64 euro.
L’incontro, presieduto dalla Presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, si è svolto oggi alla presenza dei vertici della Coldiretti  regionale del Piemonte, i quali hanno sottolineato come la situazione sia alquanto allarmante anche a livello territoriale.
“Sostanzialmente sono tre gli elementi da considerare – ha affermato il presidente Giorgio Ferrero – i nuovi consumi dei paesi emergenti, le modificazioni climatiche, i prezzi dell’energia. Possibili soluzioni queste pressioni sono da ricercarsi nella ristrutturazione delle filiere commerciali, soprattutto quelle legate all’alimentare: filiere corte, integrate e locali”.
Un discorso che Coldiretti ha riassunto nel  progetto “cibi a Km.0” dove si iniziano ad intravedere spazi sempre più concreti per migliorare l’ambiente e la società. Vendere a poca distanza da dove si produce presenta, infatti,  numerosi vantaggi: riduzione dei costi di trasporto e delle emissioni inquinanti, minori problemi di stoccaggio e conservazione, maggiori chance per produzione e consumo. Trasformazioni che saranno rese più efficaci se affiancate da un maggiore consumo di prodotti locali e di stagione, preferenza per prodotti con calorie a basso costo ambientale, disponibilità ad adeguare il consumo alla produzione disponibile nell’area locale e nella stagione considerata e superamento della domanda del consumatore come variabile indipendente.
“Promuovere l’acquisto e il consumo dei “prodotti a chilometri zero” è sicuramente uno dei punti fermi della politica sindacale che Coldiretti ha portato avanti in questi ultimi anni e, ancora di più lo diventerà nel prossimo futuro con la visione che l’organizzazione ha voluto dare alla propria attività attraverso i percorsi di Campagna Amica e della Fondazione che da essa prende il nome.  - ha continuato il presidente regionale Coldiretti Piemonte, Giorgio Ferrero - Per questo hanno un crescente grande successo i piccoli mercatini che vengono realizzati, con cadenze sempre più regolari, in vari punti del territorio. Il mercato alimentare, con l’ingresso di soggetti nuovi, in molti casi privi di qualsiasi controllo igienico-sanitario, va affrontato con molta attenzione e i nostri consumatori stanno imparando a conoscerlo e a dare fiducia ai nostri prodotti. La qualità e la stagionalità, prima di tutto”.
 
 
 
 

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