1 Settembre 2008
Fauna selvatica: norme per il contenimento e una migliore gestione sul territorio.

Contenere e convivere: sono queste le due sfide alle quali è quotidianamente posto di fronte l’imprenditore agricolo. Il discorso dei danni procurati dalla fauna selvatica, dai cinghiali in particolare, sempre più numerosi su tutto il territorio piemontese, continua a tenere alta l’attenzione dei media e delle istituzioni.
Dopo numerose sollecitazioni arrivate sia dal mondo agricolo, Coldiretti in primis, sia da quello faunistico venatorio, la Giunta Regionale ha varato nel mese di agosto una serie di nuovi provvedimenti per riuscire a salvaguardare la tutela delle attività agricole dai danni provocati da alcune specie di  fauna selvatica, l’ambiente e, il legittimo diritto di caccia.
Gestione e regolamentazione del prelievo venatorio del cinghiale. Vengono conferiti alle Province poteri amministrativi più ampi e incisivi, con compiti di coordinamento e possibilità di intervento negli Ambiti Territoriali di Caccia e nei Comprensori Alpini, qualora i prelievi durante la stagione di caccia si rivelino insufficienti. A questo proposito, la prossima stagione venatoria servirà per effettuare un monitoraggio puntuale della situazione sul territorio e permetterà un eventuale adeguamento delle misure previste a partire dal 2009. In particolare, saranno introdotte nuove disposizioni per verificare il prelievo venatorio del cinghiale, soprattutto per monitorare lo “sforzo di caccia”, ovvero l’accertamento dei prelievi effettivi realizzati, attraverso registri di caccia e contrassegni obbligatori sui capi abbattuti.
Inoltre, sarà prevista la possibilità, per i Comitati di Gestione di Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini, di richiedere una quota integrativa ad ogni cacciatore per accedere alla caccia al cinghiale, somme che saranno utilizzate per l’indennizzo dei danni alle produzioni agricole provocati dai cinghiali stessi.
Risarcimento danni alle colture agricole causati da fauna selvatica. Tutti i risarcimenti pendenti per danni causati da fauna selvatica fino al 31/12/2007 sono in fase di pagamento grazie a un contributo regionale di 2,4 milioni di euro comprensivo delle compensazioni per il 2007 e del riparto per il 2008. D’ora in avanti i trasferimenti di risorse regionali agli ATC e CA, destinati all’indennizzo dei danni, saranno vincolati alla liquidazione di tutti gli indennizzi dell’anno precedente. In caso di necessità, gli stessi ATC e CA integreranno con risorse proprie i fondi regionali, in un sistema che mira a una maggiore responsabilizzazione delle strutture territoriali. I danni causati da specie non venabili (scoiattolo rosso, scoiattolo grigio, ghiro e nutria), per le quali non è possibile intervenire con piani di prelievo e contenimento, saranno computati e indennizzati a parte.
Risarcimento danni per incidenti stradali causati da fauna selvatica. A partire da fine 2007, la competenza per la raccolta delle domande, l’istruttoria e l’erogazione dei contributi è stata trasferita alle Province: è già operativo un fondo di solidarietà, che consente la liquidazione un contributo sui costi degli incidenti stradali occorsi dopo il 1 dicembre 2007, purchè inconfutabilmente causati da animali selvatici (attraverso la certificazione di un pubblico ufficiale e/o il ritrovamento dell’animale stesso). E’ stato recentemente approvato il regolamento attuativo e sono già state trasferite le risorse alle Province, che nei prossimi mesi potranno intervenire: per il periodo che va da dicembre 2007 all’intero 2008 si tratta di poco meno di 1,2 milioni di euro.
Regolamentazione allevamenti di cinghiali. La misura mira a impedire la creazione di nuovi allevamenti di cinghiali sul territorio regionale, sospendendo le relative autorizzazioni fino alla fine del 2010. Inoltre verrà attuata una stringente vigilanza sulle strutture esistenti, sul numero di animali presenti e sulle norme riguardanti l’obbligo di registrazione e marcatura degli esemplari, per evitare una ulteriore proliferazione della specie.
Coordinamento attività di gestione del cinghiale nelle Aree Protette (Parchi).
Per ottimizzare le azioni di contenimento della specie all’interno e all’esterno delle Aree Protette, è istituito un tavolo operativo per ogni provincia, sotto il coordinamento della stessa amministrazione provinciale, per coordinare al meglio le azioni di controllo numerico e la gestione della specie.
“Non dobbiamo dimenticare che il nostro Paese ospita un terzo degli ungulati di tutta Europa e che il 30% dei cinghiali presenti in Italia è concentrato in Piemonte. – afferma il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Bruno Rivarossa - E’ chiaro quindi che le misure di contenimento sin qui adottate dall’Istituto Nazionale Fauna Selvatica, risultano del tutto inefficaci, generando situazioni di tensione sociale sul territorio. In Piemonte la situazione è al limite, l’attività agricola è gravemente compromessa e sono in aumento gli incidenti stradali. Inoltre, il cinghiale è un potenziale veicolo per la diffusione di tante malattie tra cui la trichinella, malattia che colpisce la specie suina. Il problema deve essere affrontato concretamente, con strumenti idonei senza ulteriori, inspiegabili ed ingiustificabili perdite di tempo, per questo giudichiamo un primo passo avanti nella giusta direzione l’approvazione dei queste nuove normative”.
 

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