4 Luglio 2008
Flavescenza Dorata:

Vietato abbassare la guardia. Non ci sono altri termini quando si parla della Flavescenza Dorata, il terribile parassita che in questi anni ha colpito duramente il patrimonio viticolo piemontese. Attualmente i viticoltori sono impegnati nella lotta obbligatoria, così come disposto dalla Regione Piemonte e Coldiretti lancia l’ennesimo appello: tutti i produttori devono effettuare i trattamenti nei tempi e nei modi stabiliti per contrastare la terribile “cicalina”. Una precauzione fondamentale soprattutto per i vigneti abbandonati dove  l’insetto vettore, lo Scaphoideus titanus, deve essere contrastato con incisività. Naturalmente gli interventi sui vigneti devono essere effettuati esclusivamente con prodotti autorizzati e una puntuale registrazione dei trattamenti realizzati. In particolare, occorre intervenire a fioritura terminata e ad allegagione avvenuta, in assenza di vento, ed eliminando eventuali fioriture spontanee sottostanti le viti. E’ anche obbligatorio l’estirpo delle singole piante infette, laddove la presenza della flavescenza sia inferiore al 4% della superficie del vigneto; nel caso di vigneti abbandonati o inselvatichiti è obbligatorio l’estirpo dell’intero appezzamento e con incidenze di malattia superiori al 30% il Settore Fitosanitario regionale può ingiungere l’estirpo totale del vigneto. Ricordiamo che gli estirpi sono coperti da adeguate misure finanziarie di sostegno previste dalla Legge 231/2005.
“Non dobbiamo mai dimenticare che l’unica possibilità d'intervento è la prevenzione. La Flavescenza dorata diventa un problema serio quando viene sottovalutata, se invece viene affrontata tempestivamente, prima che colpisca il vigneto, può essere tenuta sotto controllo. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa - Per poter avere dei risultati è però essenziale che tutti i viticoltori effettuino la lotta alla cicalina, poiché quest'ultima è in grado di spostarsi con notevole facilità da un vigneto all'altro. Proprio per questo, grande pericolo è rappresentato dai vigneti abbandonati”.
 

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