20 Ottobre 2010
IL LATTE CRUDO DEI BANCOLAT: OTTIMA QUALITA’, SALUTE, RISPARMIO

Sul latte crudo è stata costruita una favola metropolitana negativa che danneggia sia gli allevatori che hanno scelto di vendere il loro latte con i “bancolat” che i consumatori che pagano il latte crudo 1 euro  al litro quando quello UHT viene venduto tra 1,30 euro e 1,50 euro.
Questo in buona sostanza quanto è emerso dal convegno indetto da Coldiretti Piemonte dal titolo: “ Latte per noi, per voi, per tutti”. Tra gli intervenuti, Mario del Piano, direttore del Reparto Gastroenterologia dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara che ha sostenuto che la tecnologia attuale ci permette di avere latte crudo di alta qualità, sicuro con numerosi vantaggi rispetto a quello UHT: maggiore contenuto vitaminico e caratteristiche nutrizionali complete.
Inoltre per quanto riguarda l’allarme lanciato di media circa i rischi di latte contaminato da batteri, Del Piano sostiene che il batterio “Escherichia coli O157” responsabile di infiammazioni è presente in alimenti diversi dal latte. Di qui le statistiche dalle quali emergono 1000 casi di contaminazione negli Stati Uniti per acqua infetta ed alcuni sandwiches in Canada. Dunque il latte crudo non è assolutamente il veicolo di diffusione del batterio.
Rossana Becarelli, direttore sanitario dell’Ospedale Giovanni Vecchio di Torino, ha lanciato la proposta di inserire i distributori di latte crudo nelle corsie degli ospedali piemontesi quale collegamento ideale con la richiesta del consumatore di sanità e salute.
Giuliana Moda, responsabile del settore Sanità Animale della Regione Piemonte, ha evidenziato i numerosi passi avanti compiuti dagli allevatori piemontesi, oggi in condizione di garantire latte di alta qualità con la stretta sorveglianza di veterinari aziendali.
Infine il progetto coordinato dall’Associazione Regionale Allevatori che punta ad implementare la qualità del latte crudo piemontese venduto nei distributori self service. Una qualità già elevata, come ha precisato il direttore Tiziano Valperga, ma sicuramente migliorabile con il concorso dell’Istituto Zooprofilattico per il Piemonte e la Liguria.
Le conclusioni sono state tratte dal direttore di Coldiretti Piemonte Bruno Rivarossa, che ha evidenziato come il latte piemontese non debba più essere considerato una “commodities”, ma un prodotto di alta qualità legato al territorio. Di qui, la strategia economica di Coldiretti di continuare sulla strada degli accordi di filiera con quella parte di industria che sia nel latte che negli altri settori, intende valorizzare i prodotti collegati al territorio con la tracciabilità e l’etichettatura al fine di consentire acquisti consapevoli ed informati.
Presenti al convegno anche i presidenti di Federconsumatori Giovanni De Giudici e di Movimento Consumatori Alessandro Mostaccio.

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