15 Luglio 2014
IL MINISTRO MARTINA INCONTRA I RISICOLTORI DI COLDIRETTI A ROMA DAVANTI AL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA

La delegazione di Coldiretti Piemonte con le province di Alessandria, Novara – Vco e Vercelli - Biella oggi ha partecipato a Roma al presidio davanti al Ministero dell’Agricoltura. La delegazione nazionale guidata dal presidente Roberto Moncalvo e dal segretario generale Enzo Gesmundo, ha incontrato il ministro Maurizio Martina, che è sceso tra i manifestanti.
La delegazione piemontese vedeva presente il direttore di Coldiretti Piemonte, Antonio De Concilio, i presidenti e direttori delle province risicole.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha portato al Ministro delle Politiche Agricole un campione di riso importato dalla Cambogia per chiedere che vengano fatti controlli qualitativi, dopo che nel primo semestre 2014, il sistema di allerta rapido Europeo (RASFF) ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati o che superano i limiti ammessi di residuo e assenza di certificazioni sanitarie ed ha evidenziato: “La pressione che Coldiretti sta esercitando sul Governo e sul Parlamento è tesa ad ottenere misure incisive, che vanno dall'approvazione dell'indicazione dell'origine obbligatoria in etichetta, in una nuova norma per regolare il mercato interno, al sostegno dell'adozione della clausola di salvaguardia sulle importazioni a dazio zero da parte dell'UE”.
Il ministro Martina si è impegnato per la promulgazione di una disposizione nazionale relativa all’indicazione dell’origine in etichetta e ha condiviso la strategia di Coldiretti di stringere alleanze con le associazioni dei produttori e consumatori di altri Paesi europei, affinché anche l’Europa agisca in tal senso. Il governo italiano ha concluso Martina farà la sua parte come richiesto da Coldiretti in questi giorni
Nel 2014, si è verificata in un solo anno una riduzione del 22 per cento per una diminuzione di oltre 15mila ettari delle risaie destinate alla coltivazione di riso varietà “lndica” che viene importata dalla Cambogia, a danno dei coltivatori italiani e a rischio della salute dei consumatori.
L'accordo Everything But Arms (Tutto tranne le armi) che ha portato all’azzeramento dei dazi ha favorito l’insediamento di multinazionali in Paesi meno avanzati dove hanno fatto incetta di terreni e si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l’utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee.
Le importazioni del riso cambogiano in Italia sono aumentate del 360 per cento nel primo trimestre, secondo il Dossier della Coldiretti. Dallo sfruttamento in Asia alle speculazioni in Europa, il riso Indica lavorato cambogiano arriva in Italia ad un prezzo riferito al grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata, pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale e dei diritti dei lavoratori.  L’Italia è  ancora il primo produttore europeo di riso su un territorio di 216mila ettari con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità occupazionali, ma la situazione sta precipitando e a rischio c’è il lavoro per oltre diecimila famiglie, tra dipendenti ed imprenditori di lavoro nell’intera filiera.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi