26 Ottobre 2014
IL PRESIDENTE DI COLDIRETTI MONCALVO DAL SALONE DEL GUSTO: “I LAVORATORI STRANIERI SONO UNA RISORSA PER IL MADE IN ITALY”

“Abbiamo siglato martedì scorso il contratto nazionale dei lavoratori agricoli a livello nazionale con le Organizzazioni sindacali. Riguarda un milione e duecentomila lavoratori occupati nel settore agricolo. Di questi il 25% sono stranieri o meglio 320 mila lavoratori agricoli non sono nati in Italia.” Così il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo al Convegno organizzato dal Salone del Gusto - Terramadre sul tema “Te lo do io il ‘Made in Italy’ ”. Una riflessione sull’incidenza dell’immigrazione nel comparto agricolo dove sono intervenuti con Moncalvo: Carlo Petrini, Presidente Slow Food; Susanna Camusso, Segretaria generale CGIL, Confederazione Generale Italiana del Lavoro;  Yvan Sagnet, Coordinatore regionale per l'immigrazione Flai Cgil Puglia; Ivana Ilieva, comunità macedone di Barolo; Mampreet Singh, comunità sikh di Bra.
Il Presidente di Coldiretti ha poi affermato che oggi sono 53 mila le imprese agricole condotte da immigrati. La dimostrazione di un normale processo di integrazione e la consapevolezza di Coldiretti dell’importanza degli stranieri nel settore agricolo.
Relativamente alle assunzioni dei lavoratori stagionali in agricoltura con i vaucher, Moncalvo ha ricordato che questo sistema offre una risposta concreta all’impresa agricola  che ne usufruisce nei momenti di punta ad esempio per le campagne di raccolta. I vaucher  riguardano le assunzioni di studenti, pensionati e alcune categorie di disoccupati. Dalla loro introduzione le ore lavorative impiegate in agricoltura e rilevate dall’Inps sono passate da 104 milioni a 112 milioni. Una risposta alla società ed alle categorie più deboli.
Moncalvo ha poi stigmatizzato la presenza di cooperative di lavoratori che si propongono agli imprenditori agricoli a prezzi orari inferiori a quelli stabiliti dal contratto nazionale di lavoro. “Queste situazioni, pur essendo in netta minoranza gettano discredito su tutto il sistema, ma non appartengono al nostro modo di essere e di operare”.

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