27 Aprile 2010
LATTE: NECESSARIA ETICHETTATTURA TRASPARENTE A TUTELA DEL MADE IN ITALY

Il “no” dell’Unione Europea alla proposta ministeriale di disciplina dell’etichettatura del latte sterilizzato a lunga conservazione, di quello UHT, del latte pastorizzato microfiltrato e del latte pastorizzato ad elevata temperatura e dei prodotti lattiero-caseari, desta preoccupazione in Coldiretti Piemonte.
“Un diniego, quello comunitario, davvero deludente anche se atteso e che si ostina ad agevolare una situazione divenuta ormai insostenibile: ad oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro in vendita sugli scaffali contengono latte proveniente dall’estero.
Una situazione chiaramente legata ad interessi di settore che escludono ogni forma di considerazione verso quelle che sono le attese dei consumatori ”sottolinea Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte.
“La mancata indicazione dell’origine sul latte UHT – continua il presidente regionale Coldiretti Paolo Rovellotti - permette la vendita del latte estero spacciandolo per italiano e non consente di individuare attraverso l’etichettatura i prodotti freschi e trasformati non ottenuti da latte italiano. Coldiretti non fermerà certo la sua battaglia e continuerà ad attivarsi per
la valorizzazione del latte e dei suoi derivati prodotti in Italia ed una maggiore informazione nei confronti dei cittadini”.
Secondo i dati rilevati dell’Osservatorio Mercati di Coldiretti Piemonte, ricavati da fonti Ministeriali, a fronte di una produzione piemontese di 8.700.000 quintali di latte risulta un’ importazione di latte estero destinato al consumo fresco e trasformato pari a 7.945.413,68 quintali. Questa situazione evidenzia come il 50% del latte e dei formaggi consumati in Piemonte provengano dall’estero. Dati a livello nazionale indicano invece che in entrata dalle frontiere italiane sono passati in un anno 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori.
“Il diniego dell’Unione Europea – conclude il direttore Rivarossa – dimostra una volta di più che Coldiretti si sta muovendo nella direzione giusta e certo non smetterà ora di dar battaglia”.

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