30 Ottobre 2012
LAVORATORI STRANIERI IN AGRICOLTURA: PIEMONTE IN CONTROTENDENZA RISPETTO AGLI OCCUPATI A LIVELLO NAZIONALE

La crisi economica non scoraggia i lavoratori stranieri e, a livello piemontese, si registra un aumento dei lavoratori immigrati, in controtendenza, con i numeri espressi a livello nazionale, resi noti in occasione della presentazione del Dossier Immigrazione, curato da Caritas e Migrantes, a cui ha collaborato Coldiretti.
“Nella nostra regione, evidenziano Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte, gli immigrati continuano a crescere di numero e si dimostrano capaci di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro: secondo i dati relativi al 2011, sono 25.234 i lavoratori stranieri impegnati in agricoltura, ben 1.725 unità in più rispetto al 2010. L’incidenza dei lavoratori stranieri, sempre nel 2011, è del 66,4% nel settore agricolo, rispetto al 63,3% dell’anno precedente”.
Secondo le rilevazioni di Coldiretti, i lavoratori immigrati che operano in agricoltura sono giovani, con un’età media di 36 anni e per ben il 71 per cento sono di sesso maschile.
I dati a livello nazionale fotografano un calo, sia per quanto riguarda il numero di immigrati, sia per il numero delle giornate di effettiva prestazione del lavoro, inoltre, a causa della congiuntura economica, è aumentata la manodopera italiana che fa soprattutto riferimento agli studenti nel periodo estivo, ma i lavoratori stranieri continuano a contribuire in modo determinante all'economia agricola e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy agrolimentare.
Tra le diverse nazionalità, a prevalere, in Piemonte, sono gli immigrati provenienti da Romania e Albania, impegnati in prevalenza nella frutticoltura, i Macedoni nella viticoltura e gli Indiani nella zootecnia.
“Le aziende agricole – conclude il direttore di Coldiretti Piemonte, Bruno Rivarossa - fanno da anni forte riferimento ai lavoratori stranieri, con cui si è instaurato un rapporto di grande collaborazione e professionalità”. 

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