24 Febbraio 2010
NESSUN FUTURO PER LE COLTURE OGM: DOPO IL FLOP IN EUROPA ANCHE IN ITALIA LA COLDIRETTI DICE “NO”!

Crollano le coltivazioni di Ogm in Europa. Nel 2009 i campi transgenici sono passati da 106mila a 94mila ettari, con un calo netto dell’11% rispetto all’anno precedente.
A dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni non sono riuscite a trovare un mercato, anche a causa della persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati. A fronte di quest’ultimi dati la stessa Commissione Europea ha modificato la propria politica in merito: il nuovo Presidente, José Manuel Barroso, ha infatti dichiarato l’intenzione di non voler “imporre la coltura degli Ogm in Europa”' lasciando agli Stati Membri la libertà di decidere se coltivare o meno Ogm sul proprio territorio.
Una notizia accolta con soddisfazione dalla Coldiretti e dal suo presidente nazionale Sergio Marini, fortemente contrari all’utilizzo di Ogm nell’agricoltura italiana.
“Coldiretti si oppone alla coltivazione Ogm in Italia – spiega il presidente Marini – perché, per la conformazione morfologica dei nostri terreni e le dimensioni delle nostre aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni delle colture non Ogm. È poi importante evidenziare come, i vantaggi delle colture Ogm tanto sbandierati negli ultimi vent’anni dalle grandi multinazionali, non si sono visti. Nei Paesi in Via di Sviluppo la fame anziché diminuire è aumentata dato che le nuove colture hanno completamente sovvertito cicli e culture locali, mentre in Europa la coltivazione interessa meno dell’ 1% della totale produzione comunitaria di mais. Se veramente queste colture avessero proprietà straordinarie in termini economici o ambientali o salutistici, in Europa avremmo ben altre superfici coltivate, e nel mondo non avremmo superato proprio quest’anno la cifra di un miliardo di persone che soffrono la fame”.
“E’ fin troppo evidente – commenta Paolo Rovellotti, presidente Coldiretti Piemonte - che il modello produttivo cui è orientato l’impiego di organismi geneticamente modificati sia il grande nemico della tipicità e della biodiversità. In Italia, non vi è alcun futuro per gli Ogm: i consumatori italiani non li vogliono e supportano la Coldiretti nella richiesta di un’etichettatura trasparente, che dichiari l’eventuale traccia di Ogm nel prodotto e gli stessi scienziati sono divisi sull’argomento. Gli imprenditori agricoli in primis, poi, sono fortemente contrari, avendo ancora ben impresso nella memoria che in passato l’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame venne spacciato per modernizzazione dell’agricoltura, come capita oggi per gli Ogm. Allora si finì per portare al collasso centinaia di aziende colpite dalla “mucca pazza” per non parlare poi delle vittime tra i consumatori: un rischio che oggi nessuno intende più correre.
“Come rappresentanti del mondo agricolo - conclude Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte - ci opporremo dunque con ogni mezzo a nostra diposizione e, se sarà necessario, saremo pronti anche al referendum tra agricoltori, come prevede la normativa comunitaria”.

Le coltivazioni Ogm in Europa: sempre più in calo




 
 
2008 (ha)
 
2009 (ha)
 
%
 
Repubblica Ceca
 
8.380
 
6.480
 
- 23 %
 
Romania
 
6.130
 
3.243
 
- 47 %
 
Slovacchia
 
1.930
 
875
 
- 55 %
 
Portogallo
 
4.856
 
5.093
 
+ 5 %
 
Spagna
 
79.269
 
76.057
 
- 4 %
 
Polonia
 
3.000
 
3. 000
 
-
 
Germania
 
3.171
 
-
 
- 100 %
 
Ue
 
106.737
 
94.749
 
- 11 %
 

Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Greenpeace

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