29 Giugno 2011
PER I MEDICI NECESSARIO IL GIUSTO EQUILIBRIO NELLA COMPOSIZIONE DELLE DIETE. RIABILITATE LE CARNI ROSSE

E’ stato un errore togliere o comunque limitare le carni rosse nella dieta moderna. Si sta tornando al giusto equilibrio nell’ambito di un pasto, dove le carni rosse possono essere consumate almeno 5 volte a settimana. Ma l’errore più grossolano lo ha compiuto la comunicazione, che sulla base di alcuni risultati negativi circa la presenza di fattori esterni alla normalità della carne, ha generato una psicosi nei consumatori con un allarme ingiustificato.
Questo quanto è emerso a Torino, nell’incontro convocato da Coldiretti Piemonte martedì 28 giugno presso il Museo regionale di Scienze Naturali sul tema “Carne rossa… Sana passione” momento di confronto sulle qualità nutrizionali della carne bovina allevata in Piemonte.
Rossana Becarelli, Direttore Sanitario presso l’ospedale San Giovanni Vecchio di Torino: “Gli eccessi nell’alimentazione non fanno del bene alla salute dei cittadini. Le carni rosse sono una componente essenziale soprattutto per i bambini, i giovani e gli anziani. L’epoca in cui la nostra società immaginava di fare a meno del cibo e di nutrirsi con le pillole, come fecero gli astronauti americani, è superata e la teoria si è rivelata completamente fallimentare. Il corpo umano vede un ricambio quotidiano delle cellule che compongono i vari tessuti. La qualità di queste deriva dall’alimentazione, per cui il nostro benessere psicofisico è quanto mai in stretta relazione con l’alimentazione”.
Alberto Bruno, medico coordinatore del Centro Unificato di Diabetologia: “Le difficoltà di salute di cui parliamo recentemente sono spesso generate da uno squilibrio alimentare, oppure da fattori genetici. Così come non dobbiamo credere nei poteri miracolistici di alcune diete, dall’altra dobbiamo ritornare a scoprire gusti, sapori e tradizioni, dove la carne può rappresentare un alimento di base. Negli ultimi anni, la tendenza a consumare pasti veloci, preconfezionati, ricchi di zuccheri semplici, ha generato l’aumento dei malati di diabete insieme a carenze proteiche e vitaminiche soprattutto nel caso dei giovani. Ci siamo illusi che con gli integratori avremmo risolto questi scompensi. In realtà, oggi ci stiamo accorgendo che occorre ritornare alle proteine e alle vitamine naturali, attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata”.
Fernando Arnolfo, Direttore dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta: “Il nostro istituto svolge l’importante compito di vigilanza sulla qualità degli alimenti a tutela dei consumatori. Il fatto di individuare, di tanto in tanto, situazioni di pericolo legate alla scadente conservazione degli alimenti od a fenomeni che generano allarme alimentare,  rappresenta un dato positivo perché evidenzia che i controlli vengono svolti e quando i giornali ne parlano spesso il fenomeno è già isolato. Certo, vorremmo una comunicazione più attenta e che generasse meno psicosi, che poi si ripercuote negativamente sui consumi. I consumatori, però, possono stare sereni. In Italia, i controlli ci sono e funzionano bene”.
Ilaria Di Donato, presidente dell’Associazione Italiana Consulenti d’Immagine: “In questa società, fortemente disorientata, sia nella fase di acquisto, che di preparazione degli alimenti, la nostra associazione intende porsi come punto di riferimento per una consulenza, sia nei confronti delle famiglie, che della ristorazione, con particolare attenzione alle mense frequentate da giovani. Abbiamo inventato la figura del Nutritional Coach quale persona formata sia sotto l’aspetto medico che dietologico per accompagnare le realtà pubbliche e private che stanno mettendo in discussione la loro cultura alimentare e cercare quindi nuove vie che privilegino l’equilibrio nelle diete e prevedano in modo massiccio l’utilizzo di prodotti locali e rintracciati”.
Interessante lo show cooking che ha visto presenti sia il Consorzio per la Valorizzazione della razza bovina piemontese (Coalvi) rappresentato dal presidente Carlo Gabetti e dal vice direttore Giuseppe Franco, sia l’associazione Produttori Carne (Asprocarne) con il circuito di filiera Nato e Allevato in Italia rappresentata dal direttore Simone Mellano, che hanno presentato i loro progetti di etichettatura volontaria per fornire al consumatore notizie complete sulla carne oggetto di acquisto. Presente anche Marco Favaro, presidente del Consorzio di Valorizzazione delle carni prodotte in Piemonte.
Infine, la presenza della Cooperativa Compral di Cuneo con il suo direttore Bartolomeo Bovetti: “A quanti in questi mesi hanno sostenuto che l’hamburger è un prodotto anonimo, per la cui carne non è certa la provenienza, come allevatori abbiamo risposto con un prodotto tutto rintracciabile ed etichettato. Lo chiamiamo Piemontesina e rappresenta l’alternativa agli hamburger anonimi”.
Le conclusioni sono toccate a Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti Piemonte, accompagnato da Marcello Gatto presidente di Cuneo, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore carne, dai presidenti delle altre federazioni provinciali, dal direttore Bruno Rivarossa e dagli altri direttori delle federazioni Coldiretti: “Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Riportare il discorso delle diete alimentari ad un giusto equilibrio tra tutti gli alimenti e spendere una parola buona nei confronti della carne, che in Piemonte rappresenta un fattore importante per l’economia agroalimentare con le oltre settemila imprese agricole che allevano bovini da carne. Le psicosi di questi ultimi giorni vanno evitate e occorre reintrodurre nel nostro sistema alimentare la giusta considerazione per gli alimenti pensando che questo tipo di cultura alimentare genera benessere psicofisico e consente al sistema economico agricolo di continuare a produrre in un comparto dove le difficoltà non sono mancate. I nostri allevatori hanno la missione di produrre del cibo buono. Vi assicuro che lo stanno facendo. L’importante è che venga apprezzato”.

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