29 Agosto 2008
Prezzi: basta con i rincari al consumo dei generi alimentari.

Mentre da una parte i prezzi del grano e del latte alla stalla sono oggi più bassi di quelli rilevati all’inizio dell’anno, dall’altra si preannunciano aumenti dei prezzi al consumo nel prossimo autunno. A denunciare la situazione è la Coldiretti del Piemonte che sostiene assolutamente immotivato ogni aumento nei confronti dei consumatori poiché la materia prima non è aumentata.
Sconcerto, dunque, di fronte agli orientamenti di alcune industrie dell’agroalimentare e della distribuzione organizzata,  anche a seguito dei  dati diffusi dal Ministero del Tesoro che ha rilevato un aumento del 30,4 per cento per la pasta, del 13,3 per cento per il pane e dell’11,2 per cento per il latte nel primi sei mesi dell'anno.
“Secondo Coldiretti Piemonte – sostengono il presidente Giorgio Ferrero e il direttore Bruno Rivarossa, a favorire la crescita dei prezzi nell'agroalimentare sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi si moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Il prezzo del latte moltiplica del 241 per cento nel suo percorso dalla stalla allo scaffale mentre il grano subisce aumenti del 369 per cento nel diventare pasta e addirittura del 1325 per cento se si trasforma in pane. A questo proposito si ricordano le recenti manifestazioni dei produttori di latte per la difesa del prezzo alla stalla con l’occupazione delle Fattorie Osella di Caramagna Piemonte e della Centrale del latte di Torino nonché delle manifestazioni con le Associazioni dei consumatori in centro Torino per la valorizzazione delle carni e dei salumi Made in Italy e Made in Piemonte in particolare”.
In Italia, al momento attuale come denuncia la Confederazione Nazionale Coldiretti,  per ogni euro speso nell'acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dall'industria alimentare e solo 17 servono per remunerare il prodotto agricolo: questo significa, in altre parole che il prezzo aumenta di oltre cinque volte nel passaggio dal campo alla tavola.
 Occorre poi considerare che l’aumento dei prezzi al dettaglio sta provocando anche un preoccupante effetto stagnazione sui consumi alimentari che nel primo semestre del 2008 sono rimasti uguali in quantità a quelli dello scorso anno anche se si sono verificate variazioni nella composizione della spesa. Se si sono ridotti i consumi di pane (- 2,5 per cento), carne bovina (- 3,0 per cento) frutta (- 2,6 per cento) e ortaggi (- 0,8 per cento), tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4 per cento), latte e derivati (+1,4 per cento) e fa segnare un vero boom la carne di pollo (+6,6 per cento).
“L'aumento dei prezzi - sottolineano Ferrero e Rivarossa - incide sopratutto sugli anziani e sulle famiglie numerose con le coppie con tre o più figli e le persone con più di 64 anni, da sole o in coppia, che destinano ben il 21,9 per cento della spesa complessiva agli alimentari. Si tratta di segmenti della popolazione particolarmente sensibile agli effetti dell'inflazione che ha provocato nel 2008 un forte aumento dei 467 euro al mese che mediamente ogni famiglia italiana destina alla spesa alimentare. Le principali voci sono nell'ordine: carne per 106 euro, frutta e ortaggi per 84 euro, pane e pasta per 79 euro e latte, uova e formaggi per 64 euro”.
Ma in Coldiretti non si sta con le mani in mano. E’ pronta una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori. Si vuole affrontare l'emergenza inflazione con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40 per cento dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di Cooperative che fanno riferimento a Coldiretti (sono 1300 ad oggi in Italia le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market e dell’impegno ormai consolidato in Piemonte della proficua collaborazione del mondo agricolo con i gestori della ristorazione collettiva.
Il progetto che Coldiretti Nazionale presenterà al Governo nei prossimi mesi vuole essere l'impegno concreto per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel nostro Paese. 
 

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