30 Ottobre 2015
RISO MADE IN PIEMONTE: ETICHETTATURA D’ORIGINE PER COMBATTERE LE FRODI

Appuntamento ad Expo presso palazzo Coldiretti con il riso italiano per salutare insieme ai nostri agricoltori l’Esposizione Universale e celebrare il cereale più consumato al mondo, rappresentativo anche dell’equilibrio che esiste nell’attività agricola la quale svolge un ruolo multifunzionale per garantire sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. Autorevolmente rappresentato all’evento anche il Piemonte con i presidenti Paolo Dellarole e Federico Boieri, i direttori Marco Chiesa e Giancarlo Ramella e i dirigenti delle Federazioni di Vercelli-Biella e Novara-Vco.
Per il riso Made in Italy si è registrato un aumento record del 44 per cento del valore delle esportazioni, conquistando addirittura l’Asia. L’Italia, rispetto all’Europa, è leader nelle produzione con oltre 227 mila ettari seminati per un totale di 550 milioni di euro in termini di produzione lorda vendibile. 
“Il Piemonte è tra le cinque regioni, insieme a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, che spicca per la produzione di riso. La nostra risicoltura rappresenta l’identità socioeconomica e la tradizione in particolare dei territori novaresi e vercellesi – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte a commento della manifestazione ad Expo – La coltivazione del riso è altresì importante per l’ambiente: la risaia, infatti, riproduce un ecosistema acquatico temporale e contribuisce anche alla prevenzione degli alluvioni”.
I dati piemontesi del settore sono, infatti, importanti: la superficie coltivata è di 70 mila ettari e sono oltre mille le aziende sul territorio. La produzione complessiva è di oltre 5 milioni di quintali e la produzione lorda vendibile ammonta a 200 milioni di euro.   
“A penalizzare le potenzialità del riso italiano è la mancanza di trasparenza sull’ origine con il rischio che venga spacciato come italiano quello proveniente dall’estero. E’ di sole poche settimane fa il caso del ‘Roerback risotto’, il riso saltato in padella olandese spacciato per la varietà Arborio – ha ricordato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte - E’ necessario, quindi, rendere obbligatoria una normativa, da esportare anche in Europa, sull’etichettatura d’origine per i risi italiani, oltre a costruire e registrare un marchio specifico delle nostre varietà storiche Carnaroli ed Arborio per evitare imitazioni sui mercati internazionali. Coldiretti porta avanti queste battaglie per salvaguardare la salute dei consumatori e preservare l’immagine d’eccellenza del nostro patrimonio Made in Italy”.

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