25 Giugno 2014
SE NON SI SBLOCCANO I LIVELLI DEL LAGO MAGGIORE, E’ A RISCHIO LA RISICOLTURA PIEMONTESE

“Occorre sbloccare i livelli del lago Maggiore per evitare gravi danni all’agricoltura del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale” il vicepresidente di Coldiretti Piemonte Roberto Cabiale fa suo l’appello di Coldiretti Lombardia, dopo che il ministero dell’Ambiente ha deciso di fermare ad appena un metro sopra lo zero idrometrico l’altezza del bacino che rifornisce di acqua il Ticino, il Canale Villoresi, il Naviglio Grande e buona parte della rete irrigua di Varese, Milano, Lodi, Pavia, l’est Sesia e i canali irrigui principali della fascia orientale piemontese.
Negli ultimi anni, il livello del lago Maggiore è stato tenuto in via sperimentale fra il metro e 20 centimetri e il metro e mezzo per garantire sia la rete irrigua che la navigabilità e la decisione del Ministero mette una serie ipoteca per le prossime settimane estive, anche in presenza di una piovosità normale.
“I livelli del lago Maggiore hanno tutelato un’area agricola dove si produce buona parte di tutto il riso italiano, non hanno mai causato inconvenienti”, rimarca il direttore di Coldiretti Piemonte, Antonio De Concilio.
 Conclude il direttore De Concilio: “Anche i dati inviati dal Consorzio del Ticino al Ministero dell’Ambiente con la descrizione della situazione idrogeologica del bacino del Ticino fra il 2012 e il 2014 confermano la nostra preoccupazione: nel 2013 c’erano 9,7 metri di altezza del manto nevoso, un metro e 38 centimetri di livello del lago Maggiore e 50 milioni di metri cubi di acqua nei bacini idroelettrici del Toce, mentre adesso il manto nevoso è sceso a 3,98 metri e l’invaso totale nei bacini a 38,7 milioni di metri cubi”. 
 
 

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