Delia Revelli, eletta presidente di Coldiretti Piemonte durante l’Assemblea celebratasi questa mattina presso il Circolo dei Lettori di Torino, succede a Roberto Moncalvo che, secondo quanto previsto dallo Statuto, si dedicherà esclusivamente alla presidenza della Confederazione Nazionale.
Nel passare il testimone al suo successore, il Presidente Moncalvo ha tratteggiato una panoramica di quanto sta avvenendo in questo momento a livello nazionale su alcuni temi di rilievo: “Coldiretti, con le associazioni dei consumatori, ha presentato un esposto all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato per rilevare le incongruità nella filiera del latte che penalizzano produttori e consumatori. Il prezzo riconosciuto per il latte alla stalla mortifica il lavoro degli allevatori –ha proseguito Moncalvo- mentre sullo scaffale il latte ed i prodotti lattiero caseari continuano a conservare o ad aumentare di prezzo. Siamo soddisfatti, però, dei segnali positivi registrati in seguito alla mobilitazione dello scorso 6 febbraio: la grande distribuzione organizzata (GDO) ha, infatti, aderito alla proposta del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina di garantire al consumatore una maggior trasparenza sull’origine in etichetta per il latte UHT e per tutti i prodotti lattiero caseari, questione su cui si è espresso in modo positivo anche il Parlamento Europeo. Buone notizie provengono anche dal settore vitivinicolo per il quale dovrebbe definirsi a breve una semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”.
La neoletta Presidente regionale, allevatrice di pesci d’acqua dolce della provincia di Cuneo, ha così salutato l’Assemblea: “Sono onorata per l’incarico affidatomi e ringrazio Roberto Moncalvo per il lavoro che ha svolto in Piemonte ma, soprattutto, per quanto sta portando avanti a livello nazionale, con il supporto dell’intera dirigenza Confederale. Continuerò nella tradizione tracciata di un lavoro di squadra, innanzitutto teso a rafforzare le diverse filiere, utilizzando al meglio le risorse del Programma di Sviluppo Rurale: da quella risicola a quella ortofrutticola; dal comparto zootecnico a quello cerealicolo e vitivinicolo. Per tutte quante dovremo continuare a perseguire una semplificazione, cercando di proporre il prodotto al consumatore eliminando passaggi inutili.
E’ opportuno sostenere ulteriormente l’internazionalizzazione e, in sinergia con il livello nazionale, ottenere l’origine in etichetta con la più efficace identificazione e valorizzazione delle nostre produzioni. Questo permetterà di presentarci all’appuntamento di Expo con l’offerta del vero agroalimentare piemontese, evitando il perpetrarsi di speculazioni a danno dei produttori e di inganni nei confronti dei consumatori.
Ci fa piacere, infine, che sulle nostre esigenze di semplificazione burocratica anche il Consiglio Regionale di ieri ha voluto fare un significativo passo avanti con l’approvazione del disegno di Legge n. 77 - Disposizioni regionali in materia di semplificazione, all’interno del quale sono state recepite alcune delle richieste della nostra Organizzazione”.
L’Assemblea si è conclusa con l’illustrazione da parte del Direttore regionale Antonio De Concilio degli impegni nell’immediato futuro di Coldiretti Piemonte:
- per la denominazione IGP del vitellone piemontese, con un intervento determinato da parte di Coldiretti regionale e nazionale, di concerto con la Regione e il MIPAAF, sono in fase di superamento le eccezioni sollevate dall’UE sul riconoscimento della denominazione, in virtù di alcune decisioni assunte nelle ultime settimane proprio a livello europeo.
- Rispondendo ad una sollecitazione del presidente della Giunta Regionale, Sergio Chiamparino, Coldiretti Piemonte ha già proposto la sua ricetta per la semplificazione burocratica. Il provvedimento si rende necessario se si considera che per le sole pratiche relative al Programma di Sviluppo Rurale, le imprese agricole del Piemonte potrebbero realizzare un risparmio fra i 13 ed i 18 milioni di euro all’anno. La riduzione dei tempi per ottenere finanziamenti ed autorizzazioni, faciliterebbe anche un miglior utilizzo dei fondi comunitari. Tutto ciò potrebbe contribuire a recuperare il ritardo, causato anche da una falsa partenza, che si sta accumulando nella fase di approvazione del nuovo PSR, di fondamentale importanza per riavviare gli investimenti delle nostre aziende. In particolare per il settore vitivinicolo si sta definendo a livello nazionale, anche con il significativo contributo di Coldiretti Piemonte, l’abbattimento e l’armonizzazione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole. Si vuol far confluire nella normativa, in via di approvazione, molti altri elementi tra cui: un sistema informatico unico, la revisione del modello di certificazione dei vini, la rettifica del sistema di vigilanza sul mercato, oltre che la modifica del sistema sanzionatorio e le norme di tutela del Made in Italy.
Coldiretti Piemonte ha la profonda convinzione che il tempo dedicato dalle imprese ad adempimenti inutili e che non significano maggiore sicurezza, si traduca in una penalizzazione anche nella faticosa ricerca di nuovi livelli occupazionali. L’agroalimentare made in Piemonte sta facendo la sua parte, conseguendo nell’ultimo anno un incremento del 4,1% degli occupati, sul cui totale la percentuale dei giovani supera il 30%.