I suinicoltori tornano in piazza Palazzo di Città a Torino domenica 5 Aprile dalle 10.00 alle 12.00 e lo fanno con un gesto eclatante: dopo lo “sciopero del prosciutto” saranno in piazza a regalare il prosciutto ai consumatori. È un gesto finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica, i politici e i rappresentanti della Pubblica Amministrazione su una problematica che non trova soluzione e che si protrae da anni.
L’autunno scorso sembrava che si fosse usciti dal tunnel di una grave e lunga crisi, durata quasi due anni, e invece non è stato così. Il settore è ripiombato in una crisi di mercato sempre più difficile da decifrare e, sembra, sempre più difficile da affrontare, il prezzo dei suini è tornato ad 1 euro il Kg. e produrre un suino di qualità, conforme per le produzioni DOP comporta per l’allevamento la perdita di 20 euro per capo.
“Finora la Pubblica Amministrazione ha fatto dei bei proclami e poco di più! – questo quanto ha affermato Mauro Marengo, Presidente dell’APS Piemonte che associa oltre 300 produttori suinicoli del Piemonte – anche il Piano di Settore Suinicolo è rimasto per il momento un’opera incompiuta, mentre il settore si trova in grande difficoltà!”
Tre sono le principali criticità che rendono impossibile la continuità delle imprese:
- Il disequilibrio della domanda e offerta riguardo alla produzione del suino pesante padano certificato;
- La mancanza di una normativa che obblighi l’indicazione in etichetta la provenienza della materia prima per produrre salumi e per le carni suine fresche;
- L’iniqua ripartizione del valore pagato dal consumatore (a fronte di 100 euro spesi dal consumatore per comprare salumi o carni suine, 48,5 restano in saccoccia alla distribuzione, 25,5 al trasformatore, 10,5 al macellatore e 15,5 restano all’allevatore).
“La suinicoltura italiana ha puntato tutto sulle produzioni DOP, di alta qualità, - ha dichiarato Paolo Rovellotti, presidente Coldiretti Piemonte – con il rischio adesso di dover abbandonare predetta produzione per orientarsi, pur di sopravvivere, verso produzioni di minor costo e di minor qualità.
La lunga crisi di mercato ha eroso la liquidità e il patrimonio delle aziende portandole sull’orlo del dissesto finanziario. Se le Istituzioni non assumeranno provvedimenti volti a favorire il credito agevolato e supportato da garanzie sussidiarie, molte aziende rischieranno la chiusura, oppure a cedere il loro allevamento alla conduzione in soccida, che corrisponde a rinunciare al proprio ruolo di imprenditore.”
2 Aprile 2009
SETTORE SUINICOLO IN DIFFICOLTA’