Sono state centinaia i cittadini che hanno firmato per sostenere la Coldiretti nella battaglia per ottenere l’etichettatura trasparente per le carni di suino e di coniglio.
Una nuova iniziativa promossa da Coldiretti e partita dal Piemonte, da Torino, con un’imponente manifestazione che ha portato nel centro storico maiali e conigli.
Obiettivo sensibilizzare il consumatore sull’importanza di sapere cosa arriva ogni giorno sulla sua tavola e il diritto alla rintracciabilità anche per due settori in evidente crisi come quella che sta coinvolgendo il settore suinicolo e quello cunicolo.
L’inflazione sale anche per effetto della moltiplicazione dei prezzi dalla produzione al consumo che è divenuta insostenibile in molti settori come la carne dove dalla stalla alla tavola si verificano aumenti dalle oltre cinque volte per il coniglio (+400 per cento) e fino alle venti volte dal maiale al prosciutto (+1900 per cento).
Agli allevatori i maiali vengono pagati appena 1,25 euro il chilo, una quotazione così bassa che non riesce a coprire i costi di produzione.
Il prezzo della carne di maiale, passando dalla stalla alla tavola, si moltiplica per cinque se si acquista la braciola, per dieci se si compra il salame e fino ad oltre venti volte quando è il prosciutto a finire nella busta della spesa.
Stessa crisi anche per gli allevamenti di conigli: a fronte di un prezzo medio di 1,5 euro riconosciuto agli allevatori, la carne di coniglio viene pagata dai consumatori otto euro il chilo; il valore, nei passaggi della filiera, dalla stalla alla tavola, lievita del 430 per cento. A questo punto diventa facile pensare come un tale divario presente nella distribuzione metta a rischio i bilanci degli allevamenti cunicoli.
In Piemonte, secondo la Relazione annuale di attività dei servizi veterinari, l’anagrafe zootecnica conta 2.215 aziende che allevano suini, per un totale di 1.258.224 capi. In provincia di Torino le aziende sono 395, con 203.315 capi; Cuneo conta 1.137 aziende con 874.132 capi; Alessandria ha 209 aziende con 47.739 capi; Novara registra 136 imprese con 64.898 capi; Asti ha 124 allevamenti con 18.878 capi; Verbania registra 121 aziende con 633 capi; Vercelli conta 51 allevamenti con 17.650 capi; Biella ha 42 imprese suinicole con 30.979 capi.
Per i conigli, secondo Piemonte in cifre 2007, annuario statistico regionale, nella nostra Regione vengono allevati 880.804 conigli: le tre province con il maggior numero di capi sono Cuneo, con 699.784; Torino, che ne registra 93.100 e Novara, che conta 49.670 capi.
“Questa iniziativa è volta a ridurre la forbice dei prezzi dalla stalla alla tavola che mette a rischio la produzione Made in Italy di carne e salumi e il loro consumo da parte delle famiglie italiane che hanno dovuto ridurre di circa il 3 per cento gli acquisti familiari su base annua. – hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa - Nel corso della manifestazione è stata avviata la raccolta di firme per la petizione popolare a sostegno dell’indicazione obbligatoria dell’origine sull’etichette delle carni di maiale e di coniglio per garantire la trasparenza e sono state rese disponibili informazioni su prezzi, produzione e consumi nonché consigli per gli acquisti, con l'obiettivo di evitare i rincari e le speculazioni in agguato a danno degli allevatori e dei consumatori. Oggi hanno firmato in tanti, esattamente come è successo per le nostre altre iniziative, questo è il segnale che l’attenzione dei consumatori sulla qualità è sempre molto alta”.
Tutti coloro che si sono recati in piazza Palazzo di Città a Torino, oltre a firmare a sostegno della richiesta di etichettatura obbligatoria per le carni di maiale e di coniglio, sinora sottopagate al produttore e poi vendute a peso d'oro al consumatore, hanno potuto anche fare acquisti nelle oltre sessanta bancarelle dei produttori che effettuano vendita diretta e acquistare frutta e verdura di stagione, salumi, formaggi e yogurt, vino, pane, pasta, riso, miele, fiori e il latte crudo direttamente dal distributore automatico dell’azienda agricola di Elio Versino, di Giaveno.
“Proprio alla carne vengono destinati 106 euro dei 467 spesi in media ogni mese dalle famiglie per l’alimentazione – hanno continuato il presidente Ferrero e il direttore Rivarossa - questo significa che è necessario lavorare per rendere più trasparente e diretto il percorso del prodotto con l'etichetta di provenienza, ma che è anche necessario intervenire sulle filiere inefficienti che perdono valore senza ritardare le necessarie ristrutturazioni.”
3 Febbraio 2008
“Trasparenza sui prezzi, per evitare truffe e speculazioni”