25 Settembre 2008
Trattativa latte: ancora un nulla di fatto.

E’ ripresa ieri in Regione la trattativa per stabilire il prezzo del latte alla stalla.
Una riunione che si è chiusa con l’ennesimo nulla di fatto per la parte agricola ma che è servita a ribadire l’importanza di tutelare e dare il giusto risalto  ad un comparto, quello lattiero caseario, che è tra le forze trainanti dell’economia piemontese.
Importante la parte svolta dall’assessore regionale all’agricoltura Mino Taricco, il quale ha dato disponibilità a convocare a breve un prossimo incontro, a patto che le parti interessate lo ritengano opportuno.
Durante la riunione, Coldiretti Piemonte ha sottolineato come da ormai sei mesi i produttori piemontesi continuino a mungere e a consegnare il prodotto all’industria senza conoscere il prezzo del loro latte, bloccando così anche importanti opportunità di sviluppo imprenditoriale e senza nessuna forma contrattuale.
Pertanto, se l’accordo dovesse ulteriormente tardare ad essere siglato, Coldiretti è pronta a chiedere la rivisitazione delle regole e la “libertà del latte” per la tutela della gestione imprenditoriale dei produttori.
La riunione di ieri è stata anche l’occasione per Coldiretti Piemonte per rilanciare la necessità di creare un vero e proprio marchio in grado di identificare senza equivoci il latte “Made in Piemonte” e tutti prodotti lattiero caseari che ne derivano.
“L’attenzione data dai media allo scandalo del latte prodotto in Cina contaminato dalla melamina ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità la mancanza di garanzia sanitarie e qualitative che offrono i prodotti non Made in Italy e quelli Made in China in particolare. – hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa - Di fronte all'estendersi dell'allarme sui rischi dei prodotti non rintracciabili, Coldiretti ha intrapreso una lunga battaglia che ha portato a risultati insperati quali l’etichettatura obbligatoria per mettere in evidenza la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini”.
L’emergenza del latte alla melamina deve dunque essere l’occasione per un impegno concreto nei confronti dell’agropirateria a garanzia della trasparenza nel commercio ma anche della qualità e della salute dei cittadini.

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