4 Luglio 2008
Vendemmia 2008:

Quale sarà la vendemmia che ci aspetta? Sicuramente è un po’ presto per azzardare qualche considerazione mancando all’appello ancora mesi fondamentali come luglio, agosto e settembre ma, almeno in parte, qualche considerazione si può avanzare. Prima di tutto sulla qualità. Una qualità che deve essere tutelata con azioni che stanno particolarmente a cuore a Coldiretti che possiede la più ampia rappresentatività nella filiera del prodotto, sia nell’ambito della produzione, sia nella fase della trasformazione, vinificazione, affinamento e commercializzazione, con la vendita diretta, al dettaglio, alla grande distribuzione, alle enoteche ed alla ristorazione. “Attualmente, le norme di controllo previste dalla vigente normativa non risultano sempre sufficienti a garantire trasparenza e legalità nel settore vitivinicolo, per questo vogliamo sottolineare che il settore non sta accusando soltanto problemi di tenuta dei prezzi per motivi congiunturali, di collocamento del prodotto o di aumento dell’offerta, ma fenomeni di “moltiplicazione”, attraverso la contraffazione con prodotti di natura diversa, anche extrapiemontesi. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa – per questo, in un momento di grave difficoltà del comparto vanno considerati in modo positivo alcuni interventi decisi quali la distillazione, accompagnata da provvedimenti di stoccaggio e controllo”.
Ma, tornando al discorso della vendemmia, dopo l’intenso periodo di maltempo, anche la viticoltura è costretta a fare i conti con i danni subiti. Le valutazioni dei tecnici, al momento, indicano un rischio di perdita produttiva attorno al 50% rispetto alla media. A questo si devono aggiungere gli aumenti dei costi di produzione per i tanti trattamenti effettuati per cercare di difendere la coltura. Un grido d’allarme che parte dall’Astigiano ma che viene raccolto dall’intero territorio piemontese. In prospettiva, la situazione dell’annata 2008 è critica e preoccupante, ma non tutto è perduto e come sempre, molto dipenderà dall’andamento climatico delle prossime settimane.
Se il tempo sarà clemente, si potrebbe limitare la riduzione quantitativa dell’uva stimabile attorno al 30%. Un danno comunque consistente, attutibile in parte esclusivamente con un valore qualitativo superiore alla media. I viticoltori lavoreranno quindi sulla qualità delle uve, di certo quest’anno non sarà necessario procedere ai diradamenti dei grappoli.
“I fattori che contraddistinguono il clima possono, differentemente e con varia incisività, interagire con gli altri fattori ambientali del vigneto e definire così risultanze qualitative inattese, sia sotto il profilo negativo che positivo. –  ha continuato il presidente regionale Giorgio Ferrero - È opportuno, quindi, seguire con attenzione gli andamenti della maturazione nelle diverse realtà ambientali al fine di valutare per tempo quelli che, con tutta probabilità, potranno essere i risultati finali e conseguentemente programmare le epoche di raccolta secondo i parametri definiti dalle esigenze enologiche, al fine di ottenere il più alto livello qualitativo dalla trasformazione dell’uva in vino”.
 

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