4 Aprile 2008
Vinitaly: stop alle falsificazioni.

Significativa presenza delle aziende Coldiretti al Vinitaly dove, con numerose aziende provenienti da ogni angolo del Piemonte ha presentato un inquietante dossier che ha lanciato l’allarme sulle nuove etichette ingannevoli autorizzate con la riforma europea per i vini da tavola che creano confusione tra le zone di coltivazione delle uve e quelle della loro lavorazione, sfruttando la notorietà del vitigno.
Insieme alle falsificazioni dei vini Made in Italy più prestigiosi a livello internazionale è allarme per le nuove norme sull’etichettatura in arrivo con la riforma dell’organizzazione comunitaria del settore vitivinicolo recentemente approvata che sancisce il via libera all’arrivo sul mercato di vini da tavola prodotti in qualsiasi parte dell’Unione Europea che possono però riportare con grande evidenza in etichetta termini in grado di creare  confusione con le prestigiose denominazioni di origine nazionali. 
L’obiettivo di dare trasparenza a scelte consapevoli di acquisto nella normativa comunitaria risulta quindi contraddetto da quanto viene previsto in materia di indicazioni consentite per i vini da tavola nei quali si riconosce al produttore la possibilità di indicare, congiuntamente alla vendemmia il nome del vitigno, senza alcun collegamento con la specifica zona geografica di origine. In questo modo, attraverso un’abile costruzione di simboli grafici e letterali, previsti nell’etichetta, e l’uso di marchi celebri, è facile che aumenti il rischio di confusione tra le zone di coltivazione delle uve e quelle della loro lavorazione, sfruttando proprio la notorietà del vitigno. La Coldiretti chiede che venga colta la possibilità di deroga concessa dal regolamento comunitario ai singoli Paesi stabilendo un apposito elenco, comprendente le varietà di vino escluse, in particolare le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), e le varietà di uve che vengono tradizionalmente coltivate in piccole superfici. Si tratta di una opportunità che consente di minimizzare i danni ma che non impedisce purtroppo che questi vitigni vengano utilizzati nelle etichette di vini prodotti in altri paesi dell’Unione Europea.

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